Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Su Henry troppe bugie falso che fosse drogato» Dossier per riaprire il caso

- (g.f.p.)

C’è qualcuno che conosce la verità sulla morte di Henry Amadasun, e che alle forze dell’ordine non ha raccontato tutto, o, peggio, ha addirittur­a detto delle menzogne. Per questo la famiglia del giovane di 17 anni trovato morto nel Brenta, all’altezza del Comune di Cadoneghe il 21 settembre dello scorso anno, chiede alla procura di riaprire il caso. L’avvocato Marcello Stellin, che segue la famiglia del giovane nigeriano, non ha mai creduto alla versione del suicidio, il caso era stato chiuso dalla procura perché non c’erano indizi che portassero alla responsabi­lità di altre persone. Ma da quel 21 settembre l’avvocato Stellin ha lavorato senza sosta, e non ha tralasciat­o nulla. «Nonostante la procura avesse archiviato questo caso senza fare l’autopsia, noi abbiamo chiesto che venisse fatto almeno un riscontro diagnostic­o – spiega il legale – è vero che sono state trovate tracce di cannabinoi­di nei capelli di Henry, ma è vero anche che nello stomaco e nel sangue non c’erano tracce di droga, al contrario qualcuno aveva detto alle forze dell’ordine che la sera prima di sparire nel nulla Henry aveva bevuto e aveva fumato, visto che questi fatti sono stati smentiti allora è probabile che tutto il racconto fatto dagli amici, e che ha indotto la procura ad archiviare il caso, non corrispond­a a verità, per questo chiediamo che si riaprano le indagini”. Tuttavia anche l’autopsia diagnostic­a fatta dalla famiglia non rileva segni di violenza sul corpo di Henry, questo vuol dire che quella notte nessuno lo ha ucciso. Il 17enne era uscito con degli amici sabato 18 settembre, un giro in bici insieme, poi un saluto emblematic­o nella chat della compagnia. Infine la scomparsa. Il suo corpo è stato trovato cadavere nel Brenta tre giorni dopo. Il caso del ragazzo di Cadoneghe è ridestato alle cronache da un fatto del tutto simile ma più recente, quello della morte di Ahmed Jouider, 15enne di origini marocchine suicidatos­i nella stessa modalità di Henry.

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Henry Amadasun Aveva 17 anni e frequentav­a l’itis Marconi di Padova. La sera del 18 settembre scorso salutò gli amici nella chat: «non ci rivedremo più»

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