Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pietro morì guidando a 17 anni Sognava di fare il cantante, oggi esce il suo primo album

Si intitola «Alone », otto brani registrati prima di perdere la vita

- Andrea Priante

PADOVA Il primo album di Prince Baby si intitola «Alone». Solo. Come da solo è morto la notte del 5 febbraio, ad appena 17 anni.

Pietro Benfatto, questo il suo vero nome, quel giorno aveva salutato i genitori ed era uscito dall’appartamen­to di famiglia, nella prima periferia di Padova. Si era fatto prestare l’auto da mamma e papà: «Guida un mio amico», li aveva rassicurat­i. E invece c’era lui al volante dell’opel Agila che qualche ora più tardi si è schiantata a folle velocità contro il cancello di una villetta a Legnaro. Era bastato toccare con la ruota il cordolo del marciapied­e per far volare la vettura attraverso due giardini, fino a distrugger­si. Pietro era morto così, davanti agli occhi di alcuni amici più grandi che lo seguivano su un’altra macchina.

Il 17enne amava la musica trap e con lo pseudonimo Prince Baby aveva anche girato un video musicale insieme a 16 Grams, il nome d’arte del cantante padovano Ovidiu Vlad Bran. Quel primo brano si intitolava «In strada» e in un anno e mezzo su Youtube aveva superato le 200mila visualizza­zione.

Era quella l’ambizione di Pietro: sfondare nel mondo della musica, uscire dalla vita grigia di periferia grazie alle strofe che componeva. Ora, a tre mesi dalla tragedia, il sogno di diventare un cantante è

diventato realtà: il 9 maggio, il giorno in cui avrebbe compiuto diciotto anni, sulle principali piattaform­e è uscito il primo album di Prince Baby. A produrlo è il suo amico 16 Grams, che lo accompagna in alcuni dei brani incisi.

«Ascoltava le mie canzoni e mi ripeteva spesso che voleva provare anche lui a fare la trap» ricorda Bran. «A me quel ragazzino piaceva molto: aveva le idee chiare. E così per mesi l’ho accompagna­to al The Cube industries, uno studio

di Albignaseg­o, e lì abbiamo iniziato a registrare alcuni dei brani che aveva scritto. Io ci mettevo la musica, lui la voce e i testi. Ho capito subito che aveva molto talento».

«Alone» è composto da otto tracce, dove sono presenti i riferiment­i tipici della musica trap: sesso, droga, ragazzini che si fanno beffe della polizia... Ma non sono eccessivi, Pietro amava scrivere più che altro di storie d’amore e di amicizia.

«Per essere così giovane - assicura 16 Grams - aveva un’altissima produttivi­tà: oltre agli otto brani pubblicati in “Alone” ho almeno altre quindici tracce registrate da Pietro. Forse ci sarà spazio per un secondo album».

Il produttore padovano è emozionato: «Gli avevo promesso che sarebbe diventato un vero cantante. Ora c’è riuscito e ovunque si trovi in questo momento, sono convinto che sia felice e orgoglioso di se stesso».

Tutti i guadagni che arriverann­o dall’album andranno alla sua famiglia, che sta ancora trovando la forza per affrontare il lutto. L’operazione avrebbe infatti ottenuto la benedizion­e proprio dei genitori di Pietro. «Ho incontrato sua madre - spiega Ovidiu Bran - e mi ha detto di essere felice dell’uscita dell’album perché le permette di riascoltar­e la voce di suo figlio ma anche di far vedere al mondo il talento di quel ragazzo».

Di quella notte e dei sospetti che si è portata dietro, 16 Grams non vuole più parlare. «Ognuno s’è fatto la propria idea di ciò che è accaduto. Forse c’è chi ha aveva l’occasione di impedirgli di mettersi al volante, ma probabilme­nte la verità non verrà mai fuori del tutto. Mi conforta sapere che, se qualcuno ha sbagliato, farà i conti con la propria coscienza».

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Vita spezzata Pietro Benfatto, 17 anni, si schiantò con l’auto della madre

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