Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Prima le botte, poi Fattorelli ha infierito con più coltellate
Tentato omicidio di Padova, dopo l’aggressione la vittima si è trascinata fino alla porta chiedendo aiuto
PADOVA Non una coltellata, come inizialmente stabilito, ma molte. Per sapere di preciso quante, però, bisognerà attendere i risultati della perizia medica già disposta dal pubblico ministero Maria D’arpa. A distanza di tre giorni dal tentato omicidio si scopre che il 50enne Stefano Fattorelli ha gravemente ferito l’ex compagna 52enne nell’abitazione della donna con più coltellate, emulando dunque quanto fece nel 1999, quando mise fine alla vita dell’allora ex fidanzata Wilma Marchi con 33 fendenti.
Una corrispondenza che rende ancor più agghiacciante quanto accaduto nella tarda mattinata di martedì tra le 11.30 e le 11.50, quando l’uomo si è accanito come una furia sulla 52enne prima riempiendola di botte - tanto che il corpo della vittima presenta lividi ovunque - e quindi accoltellandola ripetutamente non solo alla schiena ma anche all’altezza del torace, al punto da procurarle lesioni a polmoni e fegato.
Una ferocia testimoniata anche dalle molte macchie di sangue trovate in diverse stanze, che attestano come lei abbia provato a resistere al pari di un altro particolare: è stata la vittima, con le ultime forze rimastele, a trascinarsi fino alla porta di ingresso e ad aprirla riuscendo a chiedere aiuto e attirando così i vicini, giunti in suo soccorso.
Stefano Fattorelli è stato poi ritrovato dai carabinieri tre ore dopo il tentato omicidio nelle vicinanze del magazzino in zona San Carlo in cui lavorava: per l’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Cenci, è stata chiesta la custodia cautelare in carcere, e proprio oggi si terrà l’udienza di convalida del fermo. Il tutto in attesa del miglioramento delle condizioni della 52enne, che si trova ancora ricoverata all’ospedale di Padova, dove è stata sottoposta a una lunga operazione chirurgica.
Come detto Stefano Fattorelli nel novembre 1999 aveva ucciso nel parcheggio del cimitero di Grezzana (Verona) l’ex fidanzata Wilma Marchi, omicidio per cui era stato condannato a dodici anni.
Scontandone, però, la metà anche grazie a delle perizie psichiatriche nelle quali non veniva più riscontrata la seminfermità mentale, a differenza di quanto accertato dopo il suo arresto.
Tornato libero, si era invaghito di un’altra donna, una psicologa con la quale aveva convissuto in un paese nell’hinterland di Padova. Una relazione anch’essa burrascosa, al punto che anche lei nel 2011 l’aveva denunciarlo per maltrattamenti e stalking: fu ulteriormente condannato a un anno e quattro mesi, finiti di scontare nel maggio 2019.