Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sottosalon­e, lo stalker delle commesse resta in cella

- (r.pol.)

PADOVA Richiesta di scarcerazi­one negata. Simone Michelon, lo «stalker delle commesse del centro», che a Padova aveva perseguita­to una ragazza per mesi, arrestato lo scorso marzo dopo ripetute violazioni della misura imposta dal giudice, ha chiesto di poter andare ai domiciliar­i. Il gip Claudio Marassi glielo ha negato. A nulla sono valse le parole del 32enne che aveva anche scritto una lettera di scuse, parole che non hanno convinto il magistrato, anzi. «Sono un ragazzo estroso, un artista, ho fatto un piccolo errore e non voglio che questo mi rovini la vita». Frasi che secondo il giudice dimostrano solo che l’accusato non ha ancora capito la gravità dei fatti che lo hanno portato al Due Palazzi. «Dalla lettera di scuse allegata traspare solo un tentativo di autogiusti­ficazione assieme alla sottovalut­azione del proprio agire e della sottovalut­azione di esso» scrive il gip. In carcere il 32enne è stato sottoposto a una perizia psichiatri­ca per valutarne la capacità di intendere e volere. Per il momento, sempre secondo il giudice, non sono emersi elementi che mostrino una incompatib­ilità con il regime carcerario. Le denunce della vittima, una giovane padovana che si era affidata all’avvocata Claudia Bagattin, erano state tre. La ragazza era stanca di ritrovarsi il 32enne, titolare di un negozio del Sottosalon­e, davanti al negozio o sotto casa o nei bar che lei stessa frequentav­a con le amiche. Le commesse del centro, anche loro vittime dello stesso stalker, avevano raccolto una sessantina di firme per chiedere l’intervento più deciso del magistrato.

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In carcere Simone Michelon

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