Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Export in netta crescita, resta l’incubo dei rincari e la difficoltà a trovare personale qualificato
PADOVA Nonostante i molti fattori di incertezza, più della metà delle piccole e medie imprese di Padova e Rovigo registra un fatturato in crescita, mentre l’export supera i numeri pre covid: il 58% registra un fatturato in crescita, e il 97% prevede di mantenere o aumentare il proprio personale. Sono dati senz’altro confortanti quelli che emergono dall’indagine condotta dalla Cna di Padova e Rovigo — la confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa — su un campione di 134 attività del settore e di differenti comparti. Sono oltre 87mila le imprese attive nella provincia di Padova, in aumento per la prima volta dal 2015, con un saggio di crescita di poco superiore alla media regionale. In testa, i settori dell’edilizia — complice anche il superbonus 110% — e della fabbricazione di prodotti e macchinari in metallo, mentre continuano a soffrire il comparto del mobile e dell’industria calzaturiera.
Oltre ogni più rosea aspettativa invece i numeri delle esportazioni, + 6.3% rispetto al 2019, e con una novità di rilievo: oltre ad aver consolidato i tradizionali partner commerciali — Francia, Germania e USA — è stato registrato un incremento verticale delle richieste provenienti da Turchia e Ungheria.
A mitigare l’ottimismo per la ripresa post pandemica, tuttavia, sono le nuove sfide e i nuovi fattori di rischio cui specialmente le piccole attività sono esposte: «La ripresa post pandemia c’è e lo confermano i dati sul numero di imprese attive e sul fatturato — dichiara il presidente di Cna Padova Luca Montagnin - anche se, in realtà, era già minacciata dall’aumento esponenziale dei costi dell’energia, dalla scarsa reperibilità delle materie prime, oltre che dalla difficoltà di reperire personale adeguato. Ora il conflitto in Ucraina aggiunge criticità e inevitabilmente avrà un impatto pesante anche sulle nostre imprese e sull’intero territorio».