Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Due Palazzi, detenuto appicca rogo: ustionato, tre agenti intossicati
La denuncia del segretario dell’uspp Triveneto Angiulli: «La situazione è preoccupante»
PADOVA «Purtroppo è solo una goccia in un mare che diventa sempre più vasto». Leonardo Angiulli, segretario triveneto dell’uspp - Unione sindacati di polizia penitenziaria, scuote la testa davanti all’ennesima rivolta messa in atto da un detenuto. Le cronache sono purtroppo piene di episodi più o meno clamorosi: basti pensare a quanto occorso nel marzo 2020, con i 72 evasi dal carcere di Foggia e gli otto reclusi morti a Modena, o al clamoroso caso di Santa Maria Capua Vetere il mese successivo.
Questa volta, però, teatro dell’accaduto è stata la casa circondariale della città del Santo in via Due Palazzi, dove sono detenute al momento 140 persone in attesa di giudizio o condannate a pene inferiori ai cinque anni: una di queste, particolarmente insofferente alla vita dietro alle sbarre, nel tardo pomeriggio di mercoledì ha messo in atto un gesto insano appiccando il fuoco al materasso della cella occupata solamente da lui. Sono bastati davvero pochi attimi per scatenare un vero e proprio rogo, ravvivato dall’uomo con qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro: appena compresa la situazione gli agenti di polizia penitenziaria si sono precipitati in massa sul luogo dell’incendio mettendo in salvo il detenuto e nel contempo evacuando l’intero reparto, portando gli altri carcerati nell’area di sicurezza preposta, come da protocollo quando accadono questi eventi.
Il tutto avvisando, nel contempo, i vigili del fuoco, che arrivati subito sul posto si sono resi conto della gravità della situazione intervenendo per estinguere non senza fatica le fiamme (le quali si erano subito propagate interessando un’ampia porzione del reparto della casa circondariale, che ha riportato ingenti danni).
Insieme ai pompieri sono giunti in via Due Palazzi anche i sanitari del Suem 118, perché il bilancio è tutt’altro che di poco conto: il detenuto che ha scatenato l’incendio si trova infatti ancora ricoverato in Azienda Ospedaliera con importanti ustioni, mentre anche tre agenti di polizia penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure mediche del caso in quanto rimasti intossicati dal fumo acre che aveva subito invaso i corridoi, rendendo l’aria irrespirabile. «E se non fosse per il massimo zelo dei colleghi intervenuti il computo dei feriti sarebbe stato ben più pesante», puntualizza Leonardo Angiulli, il quale poi aggiunge: «Non nascondo la nostra preoccupazione perché era da un bel po’ di tempo che non accadeva un fatto cosi eclatante tra la casa circondariale e il vicino carcere, sebbene gli eventi critici siano quasi quotidiani».
Una problematica, quest’ultima, che interessa non solo la città del Santo ma l’intera penisola: non passa giorno senza che aggressioni al personale vengano aggiunte al già lunghissimo elenco. «Spesso passano sotto silenzio — conclude il sindacalista — ma vi posso assicurare che la situazione è decisamente peggiorata negli ultimi anni, con la pandemia che non ha certo aiutato nella gestione dei detenuti». Una questione che si sta ripetendo anche in questi giorni: è scoppiato un focolaio di Covid tra i reclusi.