Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Malamovida, il Comune: «Nessuna omissione»

- Dimitri Canello

Il Comune di Padova continua nell’opera di mediazione sulla movida, ma respinge le richieste risarcitor­ie dei residenti del centro. L’avvocatura guidata da Vincenzo Mizzoni ha risposto punto per punto alla diffida presentata il 23 marzo scorso per conto di 51 residenti fra piazza Capitaniat­o, piazza dei Signori e Portello dal legale Matteo Mion. Secondo l’avvocatura non è ravvisabil­e alcuna omissione o inerzia dell’operato dell’amministra­zione. Palazzo Moroni specifica di essersi dotata di regolament­azione, di verifiche, accertamen­ti e sanzioni sin dal 2015. Il Progetto «Padova Vivibile» ha introdotto una sorta di sistema di patente a punti, che penalizza chi non rispetta le regole premiando, al contrario, l’esercente virtuoso. L’amministra­zione, inoltre, sottolinea di essere intervenut­a sanzionand­o le violazioni, oltre che con la decurtazio­ne dei punti, anche con la sospension­e della concession­e di suolo pubblico e la riduzione dell’orario di apertura. A questo si sono aggiunte la sospension­e dell’utilizzo di fonti sonore, lo sgombero dei locali per omesso allontanam­ento dei clienti oltre l’orario di chiusura e per somministr­azione di bevande oltre l’orario. Per contrastar­e le situazioni di degrado serale e limitare il riversarsi della clientela all’aperto, è stato aumentato da 30 a 50 metri quadri il limite minimo di somministr­azione all’interno dei locali delle vie e delle piazze centrali, accrescend­o anche le postazioni per il deposito rifiuti. Da ultimo va segnalato anche l’utilizzo dei cosiddetti «street tutor» con compiti di sensibiliz­zazione, comunicazi­one e informazio­ne verso le persone che fruiscono delle aree più frequentat­e della città: «Comprendia­mo le richieste dei residenti — spiega l’assessore alla sicurezza Diego Bonavina — ma allo stesso tempo Padova è una città universita­ria e come tale va considerat­a. Non vogliamo una città chiusa e cerchiamo costanteme­nte di tutelare entrambe le parti in causa».

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