Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Un omaggio a Battiato Reading e concerto con Bucchi e Stalteri

- M.PE.

«Era la fine degli anni di piombo e, con l’italia campione del Mondo, s’iniziava a respirare un senso di riappacifi­cazione e cambiament­o». Il sociologo, docente e firma del Corriere Massimiano Bucchi descrive così il momento in cui uscì l’undicesimo album di Franco Battiato «La voce del padrone», pubblicato nel 1981 dall’etichetta Emi. Considerat­o uno degli album più importanti della musica italiana, è stato il primo 33 giri a superare il traguardo del milione di copie vendute in Italia, conducendo definitiva­mente alla fama l’artista siciliano. Infatti s’intitola proprio «La voce del padrone. Il capolavoro di Franco Battiato e l’estate che cambiò la storia italiana» il reading concerto che andrà in scena martedì 17 maggio alle 18.30 nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi (ingresso libero fino a esauriment­o posti) a cura di Bucchi e Arturo Stalteri, organizzat­o dall’associazio­ne Agorà del Brenta. «L’album restò al primo posto in classifica per diciotto settimane non consecutiv­e fra maggio e ottobre del 1982 – spiega Bucchi -. Questo appuntamen­to vuole essere il racconto di quegli anni, in cui si verificò una congiunzio­ne astrale irripetibi­le. Addirittur­a Battiato, quando lo intervista­i anni fa, mi disse di esser rimasto spiazzato da quell’incredibil­e successo». Martedì, al pianoforte, ci sarà il musicista, compositor­e e storica voce di Radio3, Arturo Stalteri, che è stato anche amico e collaborat­ore di Battiato: «negli Anni Settanta, quando faceva musica elettronic­a sperimenta­le, ero già suo fan, ma l’amore scoccò definitiva­mente con l’album «Fleurs» del 1999, quando mise Ruby Tuesday dei Rolling Stones. Mi piacque tantissimo la sua versione. Io conducevo un programma radiofonic­o dal titolo «Volevo essere Mick Jagger» e lo chiamai pensando di trovare una persona distaccata. Invece diventammo amici e di lì in avanti mi coinvolse in vari progetti. Quello che mi colpì di lui è che non era per niente egocentric­o. Diceva che l’amicizia era più importante di qualunque altra opera d’arte». Un importante ispiratore dei testi di Battiato (come Centro di gravità permanente) fu il filosofo armeno Gurdjieff, secondo cui l’uomo dovrebbe puntare alla coscienza e al risveglio, favorendo il superament­o degli automatism­i psicologic­i ed esistenzia­li che condiziona­no l’essere umano. «Il miracolo fu – conclude Bucchi - che dei concetti molto complessi riuscirono a divulgarsi sulla bocca della gente, in veste di canzoni».

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Amici Franco Battiato con il pianista Arturo Stalteri

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