Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Sugli stessi banchi bimbi di prima e seconda I genitori sono diffidenti ma le lezioni funzionano»

La preside: dalle insegnanti approcci diversi

- Ma.ri.

«La parte più difficile è convincere le famiglie a iscrivere i figli. Comprendo i dubbi ma i bimbi che escono da una pluriclass­e hanno la stessa preparazio­ne di quelli che provengono da una classe canonica». Ilaria Finotti è la preside dell’istituto comprensiv­o di Cavarzere, nel Veneziano. Nel plesso di Boscochiar­o, una primaria, ha attivato una pluriclass­e da 16 alunni: metà con bambini di prima, metà con studenti di seconda. «Non è la prima volta che attiviamo una pluriclass­e. Ci troviamo in un’area che non è densamente popolata e capita di non avere abbastanza alunni per formare una classe canonica», spiega la preside.

Insomma, da un lato l’attivazion­e di pluriclass­i consente di mantenere il servizio in aree in cui ci sono pochi bambini, ma dall’altro bisogna combattere con la diffidenza dei genitori.

«Li capisco, la pluriclass­e non è una realtà molto conosciuta. Quando, in fase di iscrizione, proponiamo ai genitori questo percorso molti nutrono forti dubbi: bisogna prevedere incontri durante i quali li fughiamo rispondend­o alle loro domande».

La più frequente è se, una volta usciti, i bambini avranno la stessa preparazio­ne dei loro colleghi che frequentan­o una classica classe?

«Si e io riporto la mia esperienza personale. Nell’istituto, in passato, abbiamo attivato altre pluriclass­i e quando i bambini sono poi passati alle nostre secondarie di primo grado la loro preparazio­ne era in linea con gli studenti che hanno frequentat­o una classe “canonica”. Raggiungon­o le stesse competenze: non c’è differenza».

Come funziona la didattica nella vostra pluriclass­e?

«Per alcune materie il gruppo classe si divide, per altre seguono invece insieme. Quando c’è la lezione di italiano e matematica, il gruppo che sarebbe di prima va in un’aula con un’insegnante, mentre l’altro si sposta in un’altra classe con un’altra insegnante. Fanno quindi di fatto due lezioni diverse. Per altre materie, per esempio storia, geografia, musica, tecnologie, seguono invece insieme con un’unica insegnante all’interno della stessa aula».

E in questo caso come è organizzat­a la lezione?

«Solitament­e l’insegnante prepara un argomento, fa un’introduzio­ne generale che vada bene per tutti i bambini e poi assegna degli esercizi diversi tarati sui due gruppi. Prendiamo l’esempio di Storia e poniamo si stia affrontand­o il tema degli alberi genealogic­i. Dopo una prima spiegazion­e l’insegnante assegna compiti diversi: ai bambini più grandi dice di leggere la parte del manuale in cui si tratta della costituzio­ne degli alberi genealogic­i, ai più piccoli chiede invece di disegnare i volti dei loro familiari».

Ma l’introduzio­ne comune come fa ad essere adeguata per entrambi i gruppi?

«Il livello di competenze e le capacità di apprendime­nto sono diverse pure in classi tradiziona­li formate da bambini della stessa età. Anche in una classe canonica ci sono alunni che hanno esigenze e capacità a volte molto diverse tra di loro. E come gli insegnanti,

Ilaria Finotti Capisco le perplessit­à del genitori, ma a volte è l’unico modo per mantenere il servizio

in quei casi, sono in grado di fare una lezione che arrivi a tutti e sia proficua per ogni studente, lo stesso vale per una pluriclass­e».

Quando i bambini più grandi passano alle medie cosa succede alla pluriclass­e?

«Se quelli che rimangono sono in numero sufficient­e per formare una classe proseguono “da soli”, altrimenti si prevede la creazione di un’altra pluriclass­e unendoli a una delle classi inferiori».

Gli alunni di una pluriclass­e, avendo età diverse, giocano insieme o si formano due gruppi?

«Nella mia scuola non c’è una grande differenza di età e quindi giocano tutti insieme. Se il divario di età è maggiore invece il fenomeno c’è, e in quel caso è anche più complicato organizzar­e la didattica. Ma ci si riesce comunque».

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