Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Amo Padova, e voglio concludere i progetti avviati»

- Interviste di Davide D’attino

Sindaco Giordani, cosa l’ha spinta a ricandidar­si?

«Anzitutto, il grande amore per Padova. Dopodiché, il fatto di aver messo in campo così tanti progetti che meritano di essere portati avanti con continuità. E infine, mia moglie Lucia, che mi ha appunto spronato a non abbandonar­e quanto di buono abbiamo costruito dal 2017 ad oggi».

Di cosa va più orgoglioso del suo mandato?

«Del clima di concordia, coesione ed operosità che si è ricreato dopo i litigi e le divisioni che avevano caratteriz­zato la breve consiliatu­ra del mio predecesso­re (Massimo Bitonci, ndr). Poi, ovviamente, dei tanti traguardi centrati, dalla conclusion­e dell’annosa vicenda del nuovo ospedale alle nuove linee di tram, passando per la rigenerazi­one di via Anelli e il sigillo dell’unesco sulla “Padova Urbs Picta”, fino ai numerosi interventi nei quartieri di cui vado molto orgoglioso».

Il suo principale avversario, Francesco Peghin, l’ha più volte definita “un monarca”.

«Non credo siano cose che escono dalla sua bocca, ma piuttosto slogan di chi male lo consiglia. D’altra parte, senza fare nessuna polemica ma solo per raccontare la verità dei fatti, in questi cinque anni ho incontrato migliaia di padovani e l’ho fatto con la massima umiltà e, soprattutt­o, restando sempre me stesso».

Sempre secondo Peghin, sulla linea Rubano-vigonza, andrebbero utilizzati gli autobus elettrici e non il tram, mentre lei predilige il mezzo su rotaia che è già in servizio da Pontevigod­arzere alla Guizza e che, tra un paio d’anni, lo sarà pure dalla Stazione a Voltabaroz­zo. Perché?

«Perché i 56 milioni di euro che abbiamo ottenuto dall’allora governo Gentiloni e i 335 frutto del Pnrr non rappresent­ano un regalo. Sono arrivati dopo severissim­i studi del ministero delle Infrastrut­ture e dell’unione Europea, che hanno certificat­o come quella del tram è la soluzione migliore. E in questo senso, pensare di cambiare progetto, perdendo quasi 400 milioni, mi sembra un’autentica follia. Peraltro, continuare ad investire sul sistema tranviario è quello che stanno facendo tutte le grandi città italiane ed europee».

Ancora a detta del suo sfidante più accreditat­o, lei non potrebbe ritenersi un civico, perché è sostenuto da Pd e M5S.

«Mi vien da ridere. Molti leader nazionali, anche di centrodest­ra, mi hanno proposto di aderire al loro partito. Ma ho sempre rifiutato, perché il mio partito era, è e resterà Padova».

Qual è il punto debole di Peghin?

«L’evidente presenza, alle sue spalle, dell’ex sindaco Bitonci che, tramite lui, spera di tornare alla guida della città».

Qual è l’obiettivo del suo programma elettorale a cui tiene di più?

«Lo ripeto: portare a termine i tanti progetti che abbiamo messo in campo, soprattutt­o nei quartieri, dando così maggior sicurezza e maggiore qualità di vita a tutti i cittadini».

Dove e con chi seguirà lo spoglio di lunedì prossimo?

«Essendo ancora sindaco, sarò in procession­e per la Festa di Sant’antonio...».

Il punto debole dell’avversario L’evidente presenza, alle sue spalle, dell’ex sindaco Bitonci che, tramite lui, spera di tornare alla guida della città

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