Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Strumenti scientifici recuperati dai depositi Saranno esposti in ateneo
PADOVA Alcuni rischiavano di essere gettati, come fossero immondizia. Dell’esistenza di altri, invece, non ne erano nemmeno a conoscenza. Ora, però, non solo sono stati salvati, ma anche esposti: grazie a un’importante e accurata operazione di recupero è nato «Scienza e tecnica - Storia e storie dell’ateneo patavino», un vero e proprio museo diffuso dell’università composto da dodici diverse collezioni permanenti (formate da strumenti utilizzati sia per la ricerca che per la didattica e che vanno dal Seicento ai giorni nostri) allestite in altrettante sedi dei dipartimenti di area scientifica.
Un progetto il cui «cuore pulsante» è in via Marzolo, dove si trovano otto delle dodici tappe di un itinerario culturale tutto da scoprire. La rettrice Daniela Mapelli plaude soddi
sfatta: «Questo eccezionale patrimonio storico restituisce un’anima ancora più accademica a luoghi ed edifici che hanno visto fra le loro mura scrivere, giorno dopo giorno, la lunga storia del nostro ateneo».
Sono almeno sessanta — su oltre 2mila già recuperati e catalogati — gli strumenti scientifici esposti nelle teche ricavate prevalentemente negli atri delle sedi dei dipartimenti: si parte da Scienze Chimiche e si arriva a Scienze Statistiche (dove sono esposte alcune macchine da calcolo utilizzate nel passato per l’elaborazione dei dati), ma lungo il tragitto ci si imbatte in alcuni pezzi davvero rari.
Un esempio? Nel Dipartimento di Fisica e Astronomia ci si imbatte in un telescopio simile a quello utilizzato all’epoca da Galileo Galilei, in quello di Psicologia Sperimentale si trova lo pneumografo che esattamente cento anni fa veniva utilizzato quale precursore della macchina della verità - tramite le variazioni di respiro - e in quello di Scienza del farmaco è esposta la prima apparecchiatura utilizzata per le risonanze magnetiche. L’elenco completo è disponibile sul sito internet del Bo.