Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bovo: «Un’emozione tornare all’euganeo E occhio, il Padova può fare il colpaccio»
Il grande ex e il primo match col Palermo
Andrea Bovo, domenica in tribuna all’euganeo si sono visti tanti ex biancoscudati. Lei, Matias Cuffa, Andrea Rabito. Che sensazione le ha dato tornare a Padova?
«Devo dire la verità, mi sono emozionato. Penso che tutti abbiano toccato con mano quello che può dare Padova se ci sono i risultati».
La sconfitta, però, non ci voleva. Quante possibilità ha il Padova di rimontare al ritorno a Palermo?
«Sono convinto che non sia chiusa. Chi pensa questo sbaglia, la vittoria al Barbera è nelle corde del Padova. Il Palermo è un’ottima squadra, ma non imbattibile e ne abbiamo visto la conferma contro Triestina ed Entella. I 35 mila del Barbera possono essere una grande forza, ma possono diventare anche un peso. La contesa è aperta, ne sono certo».
Come ha visto il Padova? «Non mi è piaciuto troppo. Deve alzare il ritmo, nella partita di andata non ha dato quello che può dare. Se guardiamo allo specchio le due squadre, chi ha margini di miglioramento rispetto a domenica è il Padova».
ancora
Bovo, se la ricorda Padova-novara?
«Eccome... C’erano 22mila spettatori allo stadio, un pubblico da brividi come quello di domenica. Questo fa capire le potenzialità di una piazza
Da sapere come Padova. Se qualcuno riesce ad accendere la miccia, la città e la tifoseria rispondono eccome».
Lei è doppio ex, eppure non ha mai vestito la maglia del Palermo. Perché?
«E’ stata una situazione strana. Il Palermo mi acquistò dal Venezia nel 2003 lasciandomi in prestito in Laguna. Ogni anno dovevo tornare e invece poi venivo mandato sempre in prestito. Prima a Salerno, poi a Bari».
E poi arrivò il Padova.
«Ci giocai il primo anno, c’era Mauro Meluso ds. Al termine della stagione il mio
cartellino, che era a metà fra Palermo e Padova, avrebbe dovuto essere assegnato a uno dei due club. Ammetto che il Palermo mi aveva fatto un’offerta economica clamorosa, mi avrebbe cambiato la vita. Ma, se fossi diventato rosanero, sarei stato mandato in prestito al Sassuolo. Evidentemente era destino che non indossassi quella maglia. Poi alle buste vinse il Padova e fui del tutto biancoscudato».
Come la prese?
«All’inizio non benissimo, davvero quel contratto mi avrebbe cambiato la vita. Ma il Padova mi venne incontro, ho vissuto anni fantastici: 186 presenze, la promozione dalla C alla B, quella mancata di un soffio in A con la finale contro il Novara. Avessimo vinto, credo sarebbe cambiata la storia del Padova».
C’è mai stata per lei la possibilità di tornare?
«Sì, quando Zamuner fu nominato ds. Era stato mio procuratore, mi voleva. Ma la proprietà si oppose, visto che già avevano faticato a riprendere Trevisan».
Domenica tiferà Padova? «Ma certo, il mio cuore è biancoscudato».
Il Barbera con i suoi 35mila spettatori può essere una forza per il Palermo ma anche un peso: non è certo finita qui