Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Giordani: «Andiamo avanti insieme La città non può tornare indietro»
Il sindaco uscente ha concluso la campagna in piazza delle Erbe di fronte a circa 500 persone
PADOVA «Negli ultimi cinque anni, abbiamo dato a questa città concordia e concretezza. E adesso, con lo stesso spirito del 2017, chiedo la vostra fiducia per continuare a migliorare, per portare a termine i tanti progetti che abbiamo messo in campo e, soprattutto, per non tornare indietro».
Ieri sera, in piazza delle Erbe, in cima a 138 giorni di campagna elettorale (tanti infatti ne sono passati dall’annuncio della sua ricandidatura, il 22 gennaio scorso in piazzetta Pedrocchi), il sindaco in carica Sergio Giordani è sembrato pimpante e quasi per nulla affaticato da una lunga corsa cominciata appunto venti settimane fa.
Tanto che, di fronte a circa 500 componenti delle sue nove liste (Giordani Sindaco, Pd, Coalizione Civica, Padova Insieme, Padova Futura, Per Padova, Padova Bene Comune, Europa Verde e M5S), tra musica, video emozionali e un ricco buffet per tutti, l’attuale primo inquilino di Palazzo Moroni ha scandito dal palco:
«Non diamo nulla per scontato, domenica (domani, ndr) andiamo votare e portiamo tutti a votare, mettiamocela davvero tutta e vedrete — ha sorriso Giordani, con a fianco la moglie Lucia e un bimbo nella veste di spalla — che questa bella storia potrà andare avanti. E se, tra due settimane, ci sarà un ballottaggio, sappiamo di essere pronti per altri quindici giortare ni di campagna, con la passione e l’impegno che abbiamo messo in questi mesi».
Dopodiché, riferendosi chiaramente al principale sponsor del candidato sindaco del centrodestra Francesco Peghin, ossia l’ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci, Giordani ha ribadito: «Non conosco né capisco la logica dell’uomo solo al comando, perché credo che saper ascole fare squadra non siano una debolezza, ma la base di ogni successo. Padova, lo ripeto, non può e non deve tornare indietro, perché ha già pagato un prezzo troppo alto a causa dei litigi continui, del governare con gli slogan e della carta d’identità per entrare in Comune: io non sono capace di litigare e mi tengo molto stretta la mia sobrietà, la politica non mi ha cambianardella, to e non mi cambierà mai». «Detto questo — ha concluso — mi piacerebbe tanto continuare a fare questo mestiere, che poi non è un mestiere ma un orgoglio. Ma ho bisogno dell’aiuto di tutti voi».
Nel pomeriggio, intanto, dopo quelli del segretario nazionale Enrico Letta, del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, e del sindaco di Firenze, Dario Giordani aveva ricevuto l’endorsement anche di un altro big del Pd, cioè il ministro della Cultura, Dario Franceschini: «Mi auguro davvero che la buona amministrazione di Giordani e della sua squadra possa continuare per altri cinque anni, perché — aveva detto Franceschini, reduce dalla visita alla Cappella degli Scrovegni e al Salone del Palazzo della Ragione — sindaco e assessori, in questo primo mandato, hanno dimostrato di essere persone ambiziose e concrete. E lo dico a ragion veduta, data la rapidità con cui hanno costruito la candidatura a sito Unesco della cosiddetta “Padova Urbs Picta” e poi ottenuto il riconoscimento poco più di un anno fa».
Quindi, in merito all’accordo PD-M5S, il ministro aveva affermato: «Sappiamo perfettamente di essere diversi, ma le coalizioni sono fatte così. E poi — aveva evidenziato Franceschini — non mi pare che il centrodestra brilli per compattezza, visto che hanno delle differenze molto più grandi di quelle che dividono noi e i grillini. Detto questo, Padova è una di quelle realtà in cui noi e il M5S stiamo lavorando piuttosto bene e, di conseguenza, quello di domenica (domani, ndr) può essere considerato anche un test in vista delle prossime elezioni politiche».
Davide D’attino