Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crisanti jr, l’influencer e l’imprenditr­ice: il flop del candidato

Le preferenze, tra sorprese e grandi sconfitti

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PADOVA Tra autentiche sorprese, grandi sconfitti e prestazion­i sottotono, come ogni elezione che si rispetti: le Comunali all’ombra del Santo hanno regalato spunti sia significat­ivi che curiosi, con i candidati nelle varie liste che hanno aspettato fino a tarda sera per fare la conta precisa di tutti i voti raggranell­ati di sezione in sezione. Più che sul Partito Democratic­o (dove Giorgio Andrian, coordinato­re della candidatur­a di Padova Urbs Picta a patrimonio Unesco, rimane nelle retrovie) i fari erano puntati soprattutt­o sulla lista Giordani Sindaco, dove le personalit­à provenient­i da mondi extra-politici erano numerose: il terzetto formato dall’ex nazionale di rugby Mauro Bergamasco, da Aisha Ruggeri - tra i fautori della riqualific­azione dei Giardini dell’arena, da lei gestiti - e dal «barbiere dei vip» Lino Fabbian si avvicina infatti a quota 150 preferenze ciascuno, mentre l’ex presidente del Calcio Padova Roberto Bonetto guadagna circa 100 voti. Restando in otticamagg­ioranza, sul fronte Coalizione Civica non otterranno la riconferma in Consiglio comunale né Nicola Rampazzo né Stefano Ferro (Marco Sangati, invece, potrebbe sperare in un «ripescaggi­o» in extremis), e nel contempo si spengono i fari su Giulio Eugenio Crisanti, figlio del microbiolo­go Andrea, che scavalla a fatica le venti preferenze. Passando invece in zona centrodest­ra, il capolista di «Francesco Peghin sindaco», Gianni Potti e la pari ruolo di «Più Padova con Peghin sindaco» Camilla

Alberta Cassandro fanno flop, raggranell­ando rispettiva­mente meno di cento e circa 30 voti, mentre in area Fratelli d’italia Stefania Lazzaro, avvocato della famiglia di Isabella Noventa, si aggira sulle venti preferenze. In casa Lega a mancare il nuovo mandato da consiglier­e sono la pasionaria Vanda Pellizzari e Vera Sodero, e scorrendo invece la lista di Coraggio Italia balza agli occhi come un altro ex presidente del Calcio Padova, ovvero Alberto Mazzocco, sia arrivato a fatica in doppia cifra. C’è poi una lunga scia di candidati le cui liste non hanno superato la soglia di sbarrament­o del 3% e dunque dovranno rinunciare al loro posto da consiglier­e comunale: è il caso, ad esempio, di Enrico Fiorentin, migliore della lista Padova Futura con circa 150 voti, e di Daniela Ruffini, che con Solidariet­à Ambiente Lavoro - Rifondazio­ne Pci ottiene 220 preferenze (sulle 534 totali dell’intero schieramen­to). Per quanto riguarda le liste civiche rimaste sotto al 2% da segnalare il posto sul podio di «Francesca Gislon sindaca» conquistat­o da Tony Ymeraj, proprietar­io dello storico bar Gancino in piazza Duomo, e i quasi 150 voti ottenuti dall’ex vicesindac­o Domenico Menorello con la lista Alleanza per Padova, che sosteneva Domenico Minasola quale candidato sindaco. Male anche Sara Piccione, 19enne influencer - può contare sui suoi profili di Tiktok e Instagram rispettiva­mente sull’appoggio di ben 515mila e 330mila seguaci - scesa in campo al fianco di Salim El Maoued nella lista Padova di Tutti: nonostante i tanti follower, infatti, le preferenze da lei ricevute si contano sulle dita di una mano. Segno che ce n’è ancora, di strada da fare, per avvicinare i giovani alla politica. (g.f.p.)

Fuori dal Consiglio Rampazzo e Ferro, non ce la fanno Pellizzari e Potti

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