Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Di nuovo la processione la città bloccata, gli applausi e Giordani riconfermato mentre sfila dietro al Santo
servizio».
E dopo il religioso sul palco è salito proprio Giordani, che però si è attenuto alla scaletta: «Viviamo un momento molto importante ed è necessario mettere al centro il bene comune. Come ci insegna Sant’antonio il valore di una persona non è proporzionale alla ricchezza o al ruolo sociale ricoperto, ma è determinato dal suo comportamento. Padova si distingue per la solidarietà e il volontariato, ha saputo vincere le difficoltà causate dalla pandemia però quando pensavamo che il peggio fosse passato un’assurda e insensata guerra ci riporta indietro nella storia. È una tragedia, anche perché non riusciamo a trovare uno spiraglio per far cessare una violenza che continua a negare il dialogo e chi professa la pace viene deriso. Dobbiamo lavorare per spegnere il fuoco, anziché attizzarlo — ha aggiunto il sindaco —. Sono preoccupato, perché questo mondo ormai globalizzato avrà ricadute pesanti sul nostro Paese, economiche, sociali e inerenti il nostro modo di vivere. E’ una fase incerta, che peserà soprattutto sulle persone più deboli, dobbiamo impegnarci a tutela della società».
E a proposito della difesa dei più deboli e dei Paesi poveri, significativa ancora una volta la presenza sull’altare in veste di concelebrante della messa pontificale della mattina officiata dal vescovo Claudio Cipolla, di don Dante Carraro, direttore del Cuamm, medici con l’africa. La giornata di ieri ha segnato anche gli 800 anni dalla predica nella cattedrale di Forlì di Sant’antonio, che gli riconobbe la grande capacità oratoria e la fama del «Santo della parola». Sul fronte delle curiosità sono andate a ruba le bottigliette d’acqua benedetta vendute a 1,50 euro l’una ed esauriti i 6mila panini benedetti distribuiti dall’arciconfraternita di Sant’antonio.
L’afa e l’affollamento in Basilica, che ha contato oltre mille presenze a ogni messa, celebrate dalle 6 alle 21 (ma alle 5.30 c’era già coda e tanti fedeli sono rimasti fino alla chiusura delle 22), hanno provocato diversi malori. I 50 volontari del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta, hanno prestato cure di primo intervento a una cinquantina di persone, sette delle quali ricoverate.