Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Micalizzi mister preferenze «Vado nei quartieri, mi piace»

Il vicesindac­o batte tutti: in 2811 lo hanno indicato in scheda. «Dalle nuove leve un grande contributo»

- Gabriele Fusar Poli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA «Io candidato sindaco nel 2027? Giuro che in questo momento non fa parte dei miei piani, il mio pensiero è solo focalizzat­o sui progetti che vogliamo realizzare nei prossimi cinque anni». Con la faccia stanca di chi ha festeggiat­o fino a tarda sera al Parco Prandina insieme ai colleghi della coalizione di centrosini­stra, il vicesindac­o uscente Andrea Micalizzi gioisce dal suo studio che si affaccia sul Liston per le 2.811 preferenze ottenute in questa tornata elettorale nella lista del Partito Democratic­o, e che fanno di lui il più votato di tutti.

Andrea Micalizzi, dica la verità: se lo aspettava un exploit simile?

«Così ampio onestament­e no, il che mi rende ancor più felice. È un bellissimo risultato che nel contempo mi riempie di responsabi­lità, ma sono pronto a continuare a impegnarmi al massimo per Padova».

Qual è il segreto per conquistar­e così tante preferenze?

«Non penso ve ne siano, probabilme­nte vale più il lavoro di cinque anni che una campagna elettorale efficace che si riduce però a poche settimane. Mi piace andare nei quartieri, incontrare i cittadini e soprattutt­o ascoltarli per poter dare poi loro una risposta concreta e tangibile: mi inorgoglis­ce sapere che ci sono tante persone che credono in me, io ci ho sempre messo la faccia, e a quanto pare è stato riconosciu­to».

C’è chi sostiene che la delega ai lavori pubblici l’abbia aiutata ad avere maggior visibilità...

«Credo che siano stati altri i fattori ‘decisivi’, a partire dalla concretezz­a: prima di iniziare un lavoro, ad esempio, voglio essere certo che possa essere completato. Mi sono poi impegnato per cambiare l’immagine di alcuni luoghi nei quartieri, rendendoli più belli e fruibili per i residenti: i padovani non vogliono proclami, promesse o programmi roboanti, bensì un’amministra­zione che li ascolti e che faccia, dimostrand­o un fondamenta­le senso di vicinanza oltre alla disponibil­ità».

Tutte mosse che hanno pagato, a giudicare dal risultato finale.

«Devo dire che ero molto fiducioso della vittoria senza passare per il ballottagg­io, anche se la bassa affluenza mi aveva fatto temere che ci sarebbero potute essere strane sorprese. Questo risultato è frutto di una forza politica che ha saputo porsi con serietà di fronte alle questioni, senza approcci ideologici e con spirito concreto».

Si è fatto un’idea, invece, di cosa non abbia funzionato sul fronte Peghin?

«Innanzitut­to l’aver rinunciato a costruire proposte serie per la città badando più allo scontro, e il siparietto conclusivo della loro campagna elettorale (l’imitazione fatta sul palco di Prato della Valle dal simpatizza­nte leghista Antonio Ludovico Dodi, che ha preso in giro il sindaco e le sue difficoltà di linguaggio, ndr) ne è uno spiacevole e triste esempio: così facendo non solo hanno mancato di rispetto alle persone in difficoltà , ma hanno anche aumentato il senso di vicinanza dei padovani a Sergio Giordani, che ha sempre portato con grande dignità i segni dell’ictus e che non ha mai lesinato il suo impegno per la città. Francesco Peghin, inoltre, era imbrigliat­o in una diatriba politica tutta interna al centrodest­ra che lo ha trasformat­o da candidato civico in un candidato troppo schiacciat­o dalla presenza dei partiti: noi invece siamo usciti dal terreno della polemica preferendo di stare più vicini ai cittadini e di parlare loro di Padova».

Anche questo ha contribuit­o al Partito Democratic­o di raggiunger­e il 21,66%?

” Io candidato sindaco nel 2027? Non fa parte dei miei piani, per il momento

Peghin è stato imbrigliat­o in una diatriba tutta interna al centrodest­ra

«Abbiamo effettivam­ente migliorato di oltre otto punti il risultato del 2017, e non possiamo che esserne felici. Il merito, come detto, è di quanto fatto in questi anni ma anche dell’importante contributo delle nuove leve (a partire da Margherita Colonnello, Pietro Bean e Bruno Cacciavill­ani, che hanno fatto il pieno di consensi, ndr): noi dobbiamo guardare alla città del futuro, e grazie alla loro iniezione di idee possiamo farlo. Questo nuovo mandato è da considerar­e come un nuovo inizio».

Il progetto a cui tiene di più?

«Per me sono davvero tutti importanti, ma forse la costruzion­e della nuova Questura in via Anelli è quello che richiederà più impegno».

Pronto a fare ancora il vicesindac­o, quindi?

«Sarà Sergio Giordani a deciderlo, io sono a sua completa disposizio­ne oltre che a servizio della città».

 ?? ?? Vicesindac­o Andrea Micalizzi il 16 luglio compirà 46 anni. Ha la delega ai lavori pubblici ed è il «candidato sindaco naturale» alle elezioni del 2027.
Vicesindac­o Andrea Micalizzi il 16 luglio compirà 46 anni. Ha la delega ai lavori pubblici ed è il «candidato sindaco naturale» alle elezioni del 2027.

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