Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Micalizzi mister preferenze «Vado nei quartieri, mi piace»
Il vicesindaco batte tutti: in 2811 lo hanno indicato in scheda. «Dalle nuove leve un grande contributo»
PADOVA «Io candidato sindaco nel 2027? Giuro che in questo momento non fa parte dei miei piani, il mio pensiero è solo focalizzato sui progetti che vogliamo realizzare nei prossimi cinque anni». Con la faccia stanca di chi ha festeggiato fino a tarda sera al Parco Prandina insieme ai colleghi della coalizione di centrosinistra, il vicesindaco uscente Andrea Micalizzi gioisce dal suo studio che si affaccia sul Liston per le 2.811 preferenze ottenute in questa tornata elettorale nella lista del Partito Democratico, e che fanno di lui il più votato di tutti.
Andrea Micalizzi, dica la verità: se lo aspettava un exploit simile?
«Così ampio onestamente no, il che mi rende ancor più felice. È un bellissimo risultato che nel contempo mi riempie di responsabilità, ma sono pronto a continuare a impegnarmi al massimo per Padova».
Qual è il segreto per conquistare così tante preferenze?
«Non penso ve ne siano, probabilmente vale più il lavoro di cinque anni che una campagna elettorale efficace che si riduce però a poche settimane. Mi piace andare nei quartieri, incontrare i cittadini e soprattutto ascoltarli per poter dare poi loro una risposta concreta e tangibile: mi inorgoglisce sapere che ci sono tante persone che credono in me, io ci ho sempre messo la faccia, e a quanto pare è stato riconosciuto».
C’è chi sostiene che la delega ai lavori pubblici l’abbia aiutata ad avere maggior visibilità...
«Credo che siano stati altri i fattori ‘decisivi’, a partire dalla concretezza: prima di iniziare un lavoro, ad esempio, voglio essere certo che possa essere completato. Mi sono poi impegnato per cambiare l’immagine di alcuni luoghi nei quartieri, rendendoli più belli e fruibili per i residenti: i padovani non vogliono proclami, promesse o programmi roboanti, bensì un’amministrazione che li ascolti e che faccia, dimostrando un fondamentale senso di vicinanza oltre alla disponibilità».
Tutte mosse che hanno pagato, a giudicare dal risultato finale.
«Devo dire che ero molto fiducioso della vittoria senza passare per il ballottaggio, anche se la bassa affluenza mi aveva fatto temere che ci sarebbero potute essere strane sorprese. Questo risultato è frutto di una forza politica che ha saputo porsi con serietà di fronte alle questioni, senza approcci ideologici e con spirito concreto».
Si è fatto un’idea, invece, di cosa non abbia funzionato sul fronte Peghin?
«Innanzitutto l’aver rinunciato a costruire proposte serie per la città badando più allo scontro, e il siparietto conclusivo della loro campagna elettorale (l’imitazione fatta sul palco di Prato della Valle dal simpatizzante leghista Antonio Ludovico Dodi, che ha preso in giro il sindaco e le sue difficoltà di linguaggio, ndr) ne è uno spiacevole e triste esempio: così facendo non solo hanno mancato di rispetto alle persone in difficoltà , ma hanno anche aumentato il senso di vicinanza dei padovani a Sergio Giordani, che ha sempre portato con grande dignità i segni dell’ictus e che non ha mai lesinato il suo impegno per la città. Francesco Peghin, inoltre, era imbrigliato in una diatriba politica tutta interna al centrodestra che lo ha trasformato da candidato civico in un candidato troppo schiacciato dalla presenza dei partiti: noi invece siamo usciti dal terreno della polemica preferendo di stare più vicini ai cittadini e di parlare loro di Padova».
Anche questo ha contribuito al Partito Democratico di raggiungere il 21,66%?
” Io candidato sindaco nel 2027? Non fa parte dei miei piani, per il momento
Peghin è stato imbrigliato in una diatriba tutta interna al centrodestra
«Abbiamo effettivamente migliorato di oltre otto punti il risultato del 2017, e non possiamo che esserne felici. Il merito, come detto, è di quanto fatto in questi anni ma anche dell’importante contributo delle nuove leve (a partire da Margherita Colonnello, Pietro Bean e Bruno Cacciavillani, che hanno fatto il pieno di consensi, ndr): noi dobbiamo guardare alla città del futuro, e grazie alla loro iniezione di idee possiamo farlo. Questo nuovo mandato è da considerare come un nuovo inizio».
Il progetto a cui tiene di più?
«Per me sono davvero tutti importanti, ma forse la costruzione della nuova Questura in via Anelli è quello che richiederà più impegno».
Pronto a fare ancora il vicesindaco, quindi?
«Sarà Sergio Giordani a deciderlo, io sono a sua completa disposizione oltre che a servizio della città».