Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tante schede per Mosco «La sconfitta? Fregati dell’astensionismo»
Turrin (Fdi): era meglio candidare un politico
PADOVA «Se avessimo vinto, il merito sarebbe stato di tutti. Ma siccome abbiamo perso, la responsabilità è soltanto mia». Dopo il «mea culpa» recitato l’altro pomeriggio, nel suo quartier generale di via Oberdan, dal candidato sindaco del centrodestra Francesco Peghin, spazio adesso a chi l’ha fedelmente supportato fino all’ultimo giorno di campagna elettorale. A partire, inevitabilmente, da Eleonora Mosco, già vicesindaco (in quota Forza Italia) quando al timone di Palazzo Moroni c’era il leghista Massimo Bitonci ed oggi, proprio con l’abito del Carroccio, consigliera più votata dell’intero centrodestra: «Da una parte, sono ovviamente molto soddisfatta per le 671 preferenze che mi sono state attribuite dai padovani, perché ciò significa che tante persone hanno seguito, compreso e condiviso il mio impegno, negli ultimi cinque anni, non solo in aula – sostiene Mosco – ma anche sui social, nelle piazze, per le strade e in tutti i quartieri della città. Dall’altra parte, però, sono chiaramente molto delusa per la sconfitta che, a mio parere, è stata causata da tre fattori. Il primo: il fatto che si votasse soltanto di domenica. Il secondo: il weekend lungo che, complice la Festa di Sant’antonio, ha indotto molta gente ad andare in gita al mare o in montagna. Il terzo, che poi è una conseguenza degli altri due: l’enorme astensionismo. Sergio Giordani – aggiunge Mosco – è infatti stato rieletto non perché ha raccolto chissà quanti voti, ma perché è stato più bravo di noi a portare i padovani a votare. Detto questo, contro una squadra di assessori uscenti che è stata capace di ottenere così tante preferenze, e non parlo soltanto di Andrea Micalizzi, Cristina Piva ed Antonio Bressa, ma anche di Andrea Colasio e Francesca Benciolini, non c’era forse da aspettarsi un risultato diverso».
Di avviso un po’ differente, invece, le parole di Enrico Turrin, eletto con 380 voti personali nella lista di Fratelli d’italia: «Il nostro è il primo partito della coalizione di centrodestra e pure quello che, tra i banchi della minoranza, esprimerà il maggior numero di consiglieri. E di questo, evidentemente, vado molto orgoglioso perché, alla fine, fare campagna elettorale in mezzo alla gente, paga sempre. Dall’altro lato però – sottolinea Turrin – la lezione che, a livello generale, ci è stata data dalla maggioranza dei cittadini, fa parecchio male. Soprattutto a chi, come il sottoscritto, aveva detto a chiare lettere sin dall’inizio che, per contrastare il civismo di Giordani, non andava bene un altro candidato civico, ma serviva una figura politica e di partito. Tutto questo, ovviamente, senza nulla togliere a Peghin e a tutto l’entusiasmo che ha messo in questi mesi».
Laconico, infine, il commento del commissario cittadino di Forza Italia, Nicola Lodi: «Quello di Peghin era il profilo migliore da mettere in campo. E infatti lui ce l’ha messa davvero tutta, partendo forse un po’ in ritardo, ma non per colpa sua. Per il resto, i padovani hanno perso una grande occasione di rinnovamento e il centrodestra, come sempre, è stato penalizzato dall’astensionismo».