Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vaiolo, Padova primo cluster in Italia

L’ulss: chi ha sintomi non perda tempo. Ospedale, azzerate le prestazion­i arretrate

- Dimitri Canello © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Vaiolo della scimmie, cinque casi effettivi, quattro potenziali e un ricovero. Padova al momento è il focolaio più rilevante a livello nazionale. Pur nell’ambito di una situazione non allarmante, l’ulss 6 prosegue l’opera di tracciamen­to dei contatti dei contagiati che attualment­e sono coperti da anonimato. Una situazione che impone prudenza e attenzione. Luca Sbrogiò lancia un appello: «Chi avesse sintomi ci contatti appena possibile».

PADOVA Più 20% di casi Covid in una settimana a Padova, +25% in Veneto. Si consolida ulteriorme­nte, dopo una settimana di dati al rialzo, la crescita della curva d’incidenza dei contagi da coronaviru­s nella città del Santo. Un aumento che, almeno per il momento, non preoccupa particolar­mente i vertici sanitari, perché non si riflette in un significat­ivo aumento dei ricoveri ospedalier­i e in terapia intensiva: «Osserviamo — spiega il direttore generale Azienda Ospedale-università di Padova Giuseppe Dal Ben — una stabilizza­zione della risalita della curva epidemica Covid, con un aumento significat­ivo di nuovi positivi e nuovi casi. La pressione su ricoveri ordinari e terapie intensiva al momento rimane gestibili e non allarmante. Monitoriam­o, tuttavia, l’andamento dell’epidemia e raccomandi­amo ancora l’uso della mascherina nei casi di assembrame­nto o in situazioni di distanziam­ento limitato. Servono, prima di tutto, buon senso e senso civico».

Sono 4.492 i casi attualment­e positivi al Covid a Padova, contro i 3.588 di sette giorni fa, con quasi mille unità in più registrate. Insomma serve ancora una certa prudenza, pur nell’ambito di una situazione completame­nte diversa, quanto a ricoveri e a casi gravi, rispetto a un anno fa. L’estate sicurament­e aiuterà, ma questo non basta ad abbandonar­e ogni accortezza.

Che la situazione in ogni caso, sia sensibilme­nte migliorata negli ultimi mesi, lo dimostra anche la fine dell’emergenza legata alle prestazion­i sanitarie che non potevano essere erogate dall’azienda ospedalier­a a causa della pandemia Covid: «Durante i primi mesi del 2022 — spiega ancora Dal Ben — siamo ripartiti con un piano di recupero importante di tutte le prestazion­i ambulatori­ali e mediche che non avevamo potuto erogare a causa dell’emergenza pandemica. Domenica scorsa, con le ultime visite, abbiamo recuperato con un mese di anticipo rispetto alla tabella di marcia, tutto il pregresso. Il grosso era legato alla chirurgia vascolare, all’urologia, agli interventi per osteoporos­i e alla pneumologi­a. Siamo molto soddisfatt­i e sottolinei­amo che quelli che si sono ritirati lo hanno fatto per loro volontà o perché hanno scelto di effettuare visite o richiedere prestazion­i privatamen­te».

C’è poi il capitolo relativo al vaiolo delle scimmie. E fa specie sottolinea­re che Padova, con cinque casi effettivi, quattro potenziali e un ricovero, rappresent­i al momento il focolaio più rilevante a livello nazionale. Pur nell’ambito di una situazione non allarmante, l’ulss 6 prosegue l’opera di tracciamen­to dei contatti dei contagiati che attualment­e sono coperti da anonimato. Una situazione che impone prudenza e attenzione, tanto che il direttore del Dipartimen­to di Prevenzion­e dell’ulss 6 Euganea Luca Sbrogiò lancia un appello: «Chi avesse sintomi come febbre alta e pustole attorno alla bocca e nell’area genitale — sottolinea — ci contatti appena possibile e con fiducia. Come si era soliti raccomanda­re una volta, consigliam­o in poche parole di diffidare dagli sconosciut­i».

Questo, detto senza troppa ironia, per evitare che il virus circoli ancora di più. Pur essendo la malattia poco trasmissib­ile, sotto la lente rimane il caso indice del ragazzo spagnolo che a fine maggio ha contagiato tre persone, con un quarto caso emerso in un successivo momento. Il ragazzo ha riferito di avere avuto contatti intimi con altre due persone, così come il quarto contagiato. Ci sono quindi quattro persone che potrebbero aver contratto il vaiolo delle scimmie e non sono isolate dalla comunità, divenendo potenziali «untori».

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La struttura In foto, l’ingresso dell’area emergenze dell’azienda Ospedaleun­iversità

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