Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Vaiolo, Padova primo cluster in Italia
L’ulss: chi ha sintomi non perda tempo. Ospedale, azzerate le prestazioni arretrate
PADOVA Vaiolo della scimmie, cinque casi effettivi, quattro potenziali e un ricovero. Padova al momento è il focolaio più rilevante a livello nazionale. Pur nell’ambito di una situazione non allarmante, l’ulss 6 prosegue l’opera di tracciamento dei contatti dei contagiati che attualmente sono coperti da anonimato. Una situazione che impone prudenza e attenzione. Luca Sbrogiò lancia un appello: «Chi avesse sintomi ci contatti appena possibile».
PADOVA Più 20% di casi Covid in una settimana a Padova, +25% in Veneto. Si consolida ulteriormente, dopo una settimana di dati al rialzo, la crescita della curva d’incidenza dei contagi da coronavirus nella città del Santo. Un aumento che, almeno per il momento, non preoccupa particolarmente i vertici sanitari, perché non si riflette in un significativo aumento dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva: «Osserviamo — spiega il direttore generale Azienda Ospedale-università di Padova Giuseppe Dal Ben — una stabilizzazione della risalita della curva epidemica Covid, con un aumento significativo di nuovi positivi e nuovi casi. La pressione su ricoveri ordinari e terapie intensiva al momento rimane gestibili e non allarmante. Monitoriamo, tuttavia, l’andamento dell’epidemia e raccomandiamo ancora l’uso della mascherina nei casi di assembramento o in situazioni di distanziamento limitato. Servono, prima di tutto, buon senso e senso civico».
Sono 4.492 i casi attualmente positivi al Covid a Padova, contro i 3.588 di sette giorni fa, con quasi mille unità in più registrate. Insomma serve ancora una certa prudenza, pur nell’ambito di una situazione completamente diversa, quanto a ricoveri e a casi gravi, rispetto a un anno fa. L’estate sicuramente aiuterà, ma questo non basta ad abbandonare ogni accortezza.
Che la situazione in ogni caso, sia sensibilmente migliorata negli ultimi mesi, lo dimostra anche la fine dell’emergenza legata alle prestazioni sanitarie che non potevano essere erogate dall’azienda ospedaliera a causa della pandemia Covid: «Durante i primi mesi del 2022 — spiega ancora Dal Ben — siamo ripartiti con un piano di recupero importante di tutte le prestazioni ambulatoriali e mediche che non avevamo potuto erogare a causa dell’emergenza pandemica. Domenica scorsa, con le ultime visite, abbiamo recuperato con un mese di anticipo rispetto alla tabella di marcia, tutto il pregresso. Il grosso era legato alla chirurgia vascolare, all’urologia, agli interventi per osteoporosi e alla pneumologia. Siamo molto soddisfatti e sottolineiamo che quelli che si sono ritirati lo hanno fatto per loro volontà o perché hanno scelto di effettuare visite o richiedere prestazioni privatamente».
C’è poi il capitolo relativo al vaiolo delle scimmie. E fa specie sottolineare che Padova, con cinque casi effettivi, quattro potenziali e un ricovero, rappresenti al momento il focolaio più rilevante a livello nazionale. Pur nell’ambito di una situazione non allarmante, l’ulss 6 prosegue l’opera di tracciamento dei contatti dei contagiati che attualmente sono coperti da anonimato. Una situazione che impone prudenza e attenzione, tanto che il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ulss 6 Euganea Luca Sbrogiò lancia un appello: «Chi avesse sintomi come febbre alta e pustole attorno alla bocca e nell’area genitale — sottolinea — ci contatti appena possibile e con fiducia. Come si era soliti raccomandare una volta, consigliamo in poche parole di diffidare dagli sconosciuti».
Questo, detto senza troppa ironia, per evitare che il virus circoli ancora di più. Pur essendo la malattia poco trasmissibile, sotto la lente rimane il caso indice del ragazzo spagnolo che a fine maggio ha contagiato tre persone, con un quarto caso emerso in un successivo momento. Il ragazzo ha riferito di avere avuto contatti intimi con altre due persone, così come il quarto contagiato. Ci sono quindi quattro persone che potrebbero aver contratto il vaiolo delle scimmie e non sono isolate dalla comunità, divenendo potenziali «untori».