Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Venezia, rinasce l’authority: si occuperà (anche) del Mose
Il consiglio dei ministri sancisce l’avvio del nuovo ente con poteri sulla salvaguardia di laguna e centro storico
VENEZIA Lo stallo da quel decreto Agosto che l’aveva fondata nell’estate 2020, in piena emergenza Covid, è durato quasi due anni. Ma ora l’«autorità per la laguna di Venezia – Nuovo Magistrato alle Acque» rinasce, grazie a un piccolo lifting, che da un lato affida più potere nella scelta del presidente alla Città metropolitana, ma dall’altro «sacrifica» la Regione Veneto (che infatti non commenta). Ieri il consiglio dei ministri ha varato il decreto legge infrastrutture, in cui trova spazio anche un articolo su Venezia e in particolare sul nuovo ente che si occuperà non solo della gestione e manutenzione del Mose, ma della salvaguardia dell’intera laguna e del centro storico, finalmente riportando a un unico soggetto le competenze oggi polverizzate tra Comune, Regione, Stato, Autorità di sistema portuale,
Capitaneria. Quello che una volta era lo storico «Magistrato alle Acque» della Serenissima, nome cancellato dal governo Renzi dopo lo scandalo del 2014 e che ora tornerà anche come suggestione.
A bloccare l’autorità era stata l’accusa del sindaco Luigi Brugnaro, supportata a Palazzo Chigi dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che il nuovo ente fosse uno «scippo» di Roma. L’obiettivo era quello di cambiare radicalmente l’impostazione, dando il ruolo centrale agli enti locali. Palazzo Chigi ha resistito e confermato che il timone resta allo Stato, ma l’emendamento approvato soddisfa il territorio: prima infatti il vertice dell’ente veniva nominato dal presidente del Consiglio su proposta dei colleghi di Infrastrutture e Transizione ecologica, «sentiti» il Comune di Venezia e la Regione Veneto; ora invece diventa «d’intesa con il sindaco della Città metropolitana di Venezia». La trattativa ha però portato alla sparizione di Palazzo Balbi, perché da Roma è arrivato chiaro l’input che il governo non poteva rischiare di trovarsi «in minoranza» rispetto ai due enti. Questi ultimi saranno anche «sentiti» (passaggio che prima non c’era) nell’approvazione dello statuto.
«La scelta determinante per superare le criticità che ne avevano provocato l’impasse è stata quella di coinvolgere direttamente la città nella nomina del presidente - dice Brunetta - Venezia potrà contare su uno strumento efficiente non solo per la gestione del Mose, ma più in generale per la salvaguardia della città e della laguna e per il mantenimento del regime idraulico lagunare». «Con le disposizioni del decreto-legge, sarà possibile rendere operativa l’autorità», assicura il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, anche se – come ricorda il collega Federico D’incà – ora bisogna accelerare sulla nomina. «L’obiettivo è proseguire sulla strada di una forte discontinuità rispetto al passato, attraverso un’efficiente gestione del Mose - sottolinea - Il presidente deve essere, senza alcun dubbio, una personalità di spiccata competenza, trasparenza e moralità, ben lontano da tutti gli ambienti del passato».
«Si tratta di un cambio di passo nella salvaguardia della città e della laguna che adesso trova concretezza», commenta Andrea Martella, segretario regionale del Pd, ma soprattutto l’uomo che da sottosegretario di Palazzo Chigi è stato il principale «padre» dell’ente. «Una buona notizia, risultato di un lavoro di squadra - dice soddisfatto Brugnaro - Venezia diventa protagonista delle decisioni che la riguardano. Grazie soprattutto a Renato: con il tuo sostegno siamo riusciti anche ad aggiustare alcune questioni tecniche che faranno sì che questa Autorità funzioni in modo più puntuale».
Il sindaco
Brugnaro «Saremo protagonisti delle scelte che ci toccano da vicino»