Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Caldo africano, campi arsi e i fiumi sembrano spiagge «Siccità record dal 1994»

Gli esperti: «In pianura temperatur­e in salita fino a 35 gradi»

- di Davide Orsato © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Tra Occhiobell­o e Ferrara il letto del fiume Po ha il colore beige spento del suo fondo sabbioso, che da mesi l’acqua non riesce colmare per tutta la sua ampiezza. Un centinaio di chilometri più a nord, il meno noto fiume Tesina, che nasce dalle risorgive vicentine per sfociare nel Bacchiglio­ne, è verde a causa delle alghe proliferat­e nell’alveo: i sintomi sono diversi, la malattia è la stessa. Siccità, che insiste dallo scorso autunno, caldo, iniziato a maggio e che, salvo due brevi pause, sembra non finire mai.

Da inizio anno mancano, sul Veneto, il 55% delle piogge attese. «Considerat­o il deficit pluviometr­ico – scrive l’arpav sul suo ultimo rapporto, uscito a inizio giugno, sullo stato della risorsa idrica – pari a -292 millimetri, servirebbe la

pioggia di quattro mesi di giugno in uno». Non accadrà. Non solo, dopo gli isolati episodi temporales­chi di ieri pomeriggio, l’alta pressione tornerà a mostrare i muscoli almeno fino a lunedì. Un’ondata di caldo (di origine africana) che sarebbe stata notevole fino a qualche decennio fa, ma che si iscrive pienamente nella «nuova normalità» degli ultimi anni: «Ci aspettano punte di 34-35 gradi in pianura – fa sapere Nikos Chiodetto, meteorolog­o di 3bmeteo – con aumento del caldo percepito soprattutt­o nel fine settimana». Tanto, rispetto alle medie del periodo (27 gradi quella delle massime per il Veneto di pianura) ma valori non impression­anti rispetto alle storiche ondate del 2003 e del 2019, dove si sfiorarono i 38. E, soprattutt­o, niente piogge diffuse.

Succede così che le zone della bassa pianura cominciano a reclamare acqua per l’agricoltur­a. La zona messa peggio è quella tra Piave e Livenza, dove lo scostament­o dalla media delle precipitaz­ioni, secondo Anbi Veneto, l’associazio­ne degli enti di bonifica, raggiunge il -73%, il dato più basso dal 1994, che è, incidental­mente, anche il primo anno della serie di registrazi­oni.

E se alcune situazioni sono sotto gli occhi di tutti, altre sono più nascoste e «periferich­e»: in quanti hanno saputo della moria di pesci nel «verde» Tesina? Eppure la Provincia di Vicenza, a fine maggio, ha dovuto mandare una taskforce di pescatori per prelevare i superstiti e metterli al sicuro.

Un’anomalia fatta di una lunga serie di casi e di relative immagini (circola anche quella dello skyline della Marmolada, con l’impietoso confronto con l’anno scorso, ma allora l’inverno fu molto nevoso, in montagna) che si traduce in una serie di angosce a lungo termine ma anche di problemi pratici a breve termine. Sarà necessaria razionaliz­zare l’irrigazion­e? Forse, con l’avanzare della stagione. Quel che è certo è che non ci sono grandi esempi di programmaz­ione sull’uso della risorsa idrica in caso di siccità prolungate. Dopo il 2010, il Veneto ha messo in campo una serie di opere per proteggers­i dalle alluvioni, ma nel caso opposto? «Ci stiamo pensando poco – afferma Marco Rabito, meteorolog­o Ampro e presidente dell’associazio­ne Meteo in Veneto – un esempio: il bacino di laminazion­e sull’astico. Farlo a Meda, a monte, consentire­bbe di avere un’importante riserva d’acqua, l’orientamen­to, però, è quello di farlo a valle, all’altezza delle cave di Sandrigo: si perderebbe un’occasione importante per salvaguard­are la

falda». Ci sono, al contempo, amministra­zioni, che puntano sulla «ritenzione naturale» dell’acqua piovana, con l’aiuto di piante e di laghetti artificial­i: ci stanno lavorando Santorso e Marano, sempre nel Vicentino.

Dopo la caldana del weekend si apre un interrogat­ivo. «Cosa farà la bassa pressione al largo della Spagna? – si chiede Simone Buttura, esperto di meteorolog­ia e tra i fondatori di Pretemp, un modello di previsione dei temporali – se verrà verso di noi potremo avere una fase piovosa, altrimenti continuerà il caldo a oltranza». I modelli matematici mostrano entrambi gli scenari. Chi spera in un po’ di pioggia incroci le dita.

Alcuni Comuni vicentini progettano opere per la ritenzione dell’acqua piovana

Gli esperti: «Se la bassa pressione dalla Spagna si sposterà qui ci sarà una fase piovosa»

 ?? ?? Il Grande Fiume Il fiume Po è in grave sofferenza a causa della siccità che lo attanaglia da mesi. La sabbia del fondale emerge in ampi tratti, come in questa immagine scattata lungo il tratto lombardo del fiume
Il Grande Fiume Il fiume Po è in grave sofferenza a causa della siccità che lo attanaglia da mesi. La sabbia del fondale emerge in ampi tratti, come in questa immagine scattata lungo il tratto lombardo del fiume

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