Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pressing per riunire il centrodestra
In avvicinamento al ballottaggio di Verona il clima politico è incandescente. Sboarina continua a rifiutare l’accordo con Tosi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini dialogano al telefono, Forza Italia spinge su Fdi perché convinca il sindaco, che però pare irremovibile.
Clima incandescente a Verona La leader di Fratelli d’italia, messa sotto pressione dagli alleati, chiama il sindaco uscente. Che non molla: «Parliamo di idee, non di poltrone»
VERONA «Qui non si chiude la porta a nessuno, si dice no ad un accordo che saprebbe tanto d’intesa sulle poltrone. Se invece parliamo di dialogo politico, di confronto sui programmi e sulle cose da fare, di unità del centrodestra per evitare la vittoria della sinistra, allora le porte sono assolutamente aperte». Federico Sboarina torna sul tema più caldo di queste ore: l’offerta di Flavio Tosi, nuovo leader di Forza Italia, di sottoscrivere un apparentamento ufficiale in vista del ballottaggio del 26 giugno a Verona.
Fratelli d’italia è in ebollizione. Giorgia Meloni ha telefonato anche ieri, Matteo Salvini insiste, mentre da Forza Italia è un diluvio. Franco Gasparri si dice «sbalordito» per il no di Sboarina a Tosi, Licia Ronzulli chiama in causa direttamente Meloni, tuonando che «se un sindaco decide di non apparentarsi si dà un vantaggio al centrosinistra, e allora bisogna forse intervenire». La presidente dei senatori di Fi, Annamaria Bernini, spiega peraltro che «c’è ancora tempo, anche se poco, per un ravvedimento operoso». C’è davvero quel tempo? La decisione di «apparentarsi» va firmata dal candidato sindaco entro domani. Alcuni dei suoi alleati hanno chiesto a Sboarina di fare un passo in più. E qualcuno gli ha proposto di incontrare Tosi di persona, faccia a faccia. Lui però ribadisce che «con chi non ha raggiunto il ballottaggio, se ha i nostri stessi valori, siamo pronti a discutere da subito, su tutto. Ma l’apparentamento è una cosa diversa, anche per questioni tecniche». Secca
e netta la replica di Flavio Tosi: «L’ipotesi di un accordo senza apparentamento non si pone neppure: Sboarina pensa ci possano essere alleati di serie A, quelli col simbolo sulla scheda del ballottaggio, ed alleati di serie B, ossia noi, senza simbolo ed eletti come minoranza: ipotesi irricevibile, anche solo per una questione di dignità».
Dietro le frasi ufficiali, i due scenari descritti dai due fronti. I supporter di Sboarina spiegano che, in caso di apparentamento, il centrosinistra avrebbe non 9 ma 14 consiglieri, mentre i tosiani ne otterrebbero 9 all’interno della maggioranza, magari con 4 assessori, col diritto di veto su tutte le scelte importanti («Se non faranno cadere la giunta prima – aggiungono alcuni dopo che Tosi sarà stato eletto deputato di Forza Italia»).tutte ipotesi che dal fronte tosiano vengono considerate frutto di fantasia pura: «Tosi è conosciuto da tutti – spiega uno dei suoi seguaci – come uno che mantiene gli accordi, sempre e a qualsiasi costo: figuriamoci nel caso di un’intesa politica sotto gli occhi di tutta la politica nazionale…».
Da FDI, Ignazio La Russa tenta una mediazione: «L’obiettivo - spiega l’esperto senatore - è quello di trovare un accordo sul progetto e, aggiungo
io, sulla squadra, rispetto alla quale, se ce ne fosse bisogno, sono pronto a fare da garante». Ma pure La Russa aggiunge che «l’apparentamento tecnicamente non conviene, visto che finisce per avvantaggiare chi resta all’opposizione. Quindi, conclude La Russa - facciamo 1-1, e ripartiamo: io conosco Tosi, l’obiettivo deve essere vincere, non fare la ripicca, perciò non cerchi la fuga nascondendosi dietro un motivo tecnico».