Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Incendio all’acegas, è caccia agli autori del rogo
Vigili del fuoco e polizia al lavoro: un pannello elettrico è stato trovato manomesso
PADOVA Vigili del fuoco e agenti della polizia di Stato al lavoro per la ricostruzione della dinamica del rogo divampato nella notte tra il 15 e il 16 giugno nella zona circostante all’impianto di depurazione idrica di Acegas di via Pediano. Non si esclude nessuna pista per il momento, né dolosa né colposa. Già dalle prime ore dopo l’apertura delle indagini l’attenzione degli inquirenti si è concentrata sul cancello carraio attraverso il quale si accede all’area cantieri da cui ha avuto origine l’incendio. Qui sarebbe stata notata da subito una manomissione del meccanismo di apertura della recinzione all’ingresso, ma non è ancora evidente un collegamento diretto con le fiamme che hanno cinto d’assedio l’area per più di quattro ore, distruggendo tre container prefabbricati adibiti ad ufficio e spogliatoi per i lavoratori, senza cagionare tuttavia nessun danno a persone o all’impianto di depurazione, la cui attività non è mai stata né interrotta né messa in discussione.
Giovedì pomeriggio, durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto di Padova Raffaele Grassi ha invitato al tavolo lo stesso amministratore delegato della società di servizi Roberto Gasparetto, alla presenza del quale ha disposto un rafforzamento dei dispositivi di controllo del territorio nell’area interessata da parte delle Forze dell’ordine, chiedendo poi ad Acegas un incremento — nei limiti delle proprie possibilità — dei sistemi di difesa passiva degli impianti. Per ora non è stato reso noto né dalla procura né dagli inquirenti se siano state raccolte registrazioni ambientali o di telecamere di sorveglianza tali da poter contribuire ad una più rapida soluzione delle indagini, come non sono note minacce o tentativi di sabotaggio doloso degli impianti della società erogatrice. Quest’ultima ha dichiarato sin dal primo momento di essere pienamente fiduciosa dell’operato dell’autorità giudiziaria e di non avere in mano alcun elemento che possa far propendere per un’ipotesi in particolare.