Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Po ai minimi storici, grano senz’acqua: dalla Spagna il dissalatore per il Delta
Macchina che combatte il cuneo salino in azione dalla settimana prossima alla centrale di Ponte Molo
ROVIGO Un dissalatore mobile a noleggio, per ridurre drasticamente il sale nell’acqua del Po e la risalita del cuneo salino. È la risposta più innovativa del piano di emergenza attuato da Acquevenete, ente gestore degli acquedotti, per combattere la risalita di sale dal Grande Fiume disseccato dalla mancanza di pioggia e quindi dalla siccità. Una risalita che sta mettendo a rischio un’infinita di raccolti agricoli.
Rispetto alla portata media del Po nell’attuale periodo, i dati Arpav registrano un -67 per cento nella stazione di Pontelagoscuro. Sono numeri mai visti nel recente passato. Il dissalatore, in arrivo dalla Spagna, dovrebbe entrare in funzione già la prossima settimana alla centrale di potabilizzazione di Ponte Molo (Taglio di Po) che serve circa 40.000 persone. L’acqua prodotta da questo impianto verrebbe miscelata con l’autoproduzione residua della centrale per garantire valori di concentrazione di sali dell’acqua erogata compatibili con quanto previsto dalla legge. L’impianto mobile sarebbe capace di potabilizzare dai 25 ai 30 litri al secondo. Le altre strategie del piano di emersprechiamo genza di Acquevenete prevedono l’aumento del pompaggio di acqua pedemontana proveniente dalla centrale di Camazzole a Carmignano di Brenta, e l’installazione di un impianto di rilancio temporaneo presso il serbatoio di Ariano dove si stanno completando i lavori. Fino a questo momento nessun sindaco polesano ha diramato ordinanze contenenti misure restrittive rispetto all’utilizzo della risorsa idrica.
C’è però chi teme che si vada verso il razionamento, come ad esempio il presidente di Coldiretti provinciale Carlo Salvan. «Adesso è tardi per evitare il razionamento, vista l’assenza di precipitazioni a breve e la sempre più scarsa disponibilità di acqua in particolare nel Po. Da tempo chiediamo come Coldiretti – continua - che siano creati gli invasi, grandi o piccoli che siano, per aumentare la quota di acqua piovana trattenuta dal 5-10 per cento almeno fino al 50 per cento, per usarla poi in situazioni come quelle che stiamo vivendo purtroppo in questi giorni. Sono opere assolutamente necessarie per fronteggiare anche il cambiamento climatico». Erri Faccini, presidente della Cia polesana, lancia un appello: «Non nemmeno una goccia d’acqua, il perdurare della siccità sta diventando sempre più preoccupante in tutto il Polesine», che aggiunge: «Nel medio-lungo termine servirà progettare ulteriori invasi, di montagna e di pianura, che potrebbero venire finanziati grazie al Pnrr».
Nel Delta del Po la questione della siccità preoccupa Porto Tolle, una sorta di «granaio» del Polesine e non solo, dati i suoi 258 chilometri quadrati di estensione, con ampie colture di mais, grano, granoturco e riso. Il sindaco Roberto Pizzoli si dice «pronto a fare tagli partendo dalle cose meno fondamentali, quali fontane, irrigazione ai giardini e plessi pubblici, ma questo solo nel caso la carenza idrica si facesse più aggressiva».
Secondo Pizzoli, poi, l’attuale risalita del cuneo salino «per ora non è stata pungente come nel 2006, quando ricordo perfettamente che raggiunse la città di Adria e si dovette intervenire con le autobotti per il rifornimento dell’acqua».
Pizzoli Pronti a chiudere fontane, irrigazione giardini, e plessi pubblici. Per ora la situazione è sotto controllo