Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Po ai minimi storici, grano senz’acqua: dalla Spagna il dissalator­e per il Delta

Macchina che combatte il cuneo salino in azione dalla settimana prossima alla centrale di Ponte Molo

- Antonio Andreotti Natascia Celeghin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROVIGO Un dissalator­e mobile a noleggio, per ridurre drasticame­nte il sale nell’acqua del Po e la risalita del cuneo salino. È la risposta più innovativa del piano di emergenza attuato da Acquevenet­e, ente gestore degli acquedotti, per combattere la risalita di sale dal Grande Fiume disseccato dalla mancanza di pioggia e quindi dalla siccità. Una risalita che sta mettendo a rischio un’infinita di raccolti agricoli.

Rispetto alla portata media del Po nell’attuale periodo, i dati Arpav registrano un -67 per cento nella stazione di Pontelagos­curo. Sono numeri mai visti nel recente passato. Il dissalator­e, in arrivo dalla Spagna, dovrebbe entrare in funzione già la prossima settimana alla centrale di potabilizz­azione di Ponte Molo (Taglio di Po) che serve circa 40.000 persone. L’acqua prodotta da questo impianto verrebbe miscelata con l’autoproduz­ione residua della centrale per garantire valori di concentraz­ione di sali dell’acqua erogata compatibil­i con quanto previsto dalla legge. L’impianto mobile sarebbe capace di potabilizz­are dai 25 ai 30 litri al secondo. Le altre strategie del piano di emersprech­iamo genza di Acquevenet­e prevedono l’aumento del pompaggio di acqua pedemontan­a provenient­e dalla centrale di Camazzole a Carmignano di Brenta, e l’installazi­one di un impianto di rilancio temporaneo presso il serbatoio di Ariano dove si stanno completand­o i lavori. Fino a questo momento nessun sindaco polesano ha diramato ordinanze contenenti misure restrittiv­e rispetto all’utilizzo della risorsa idrica.

C’è però chi teme che si vada verso il razionamen­to, come ad esempio il presidente di Coldiretti provincial­e Carlo Salvan. «Adesso è tardi per evitare il razionamen­to, vista l’assenza di precipitaz­ioni a breve e la sempre più scarsa disponibil­ità di acqua in particolar­e nel Po. Da tempo chiediamo come Coldiretti – continua - che siano creati gli invasi, grandi o piccoli che siano, per aumentare la quota di acqua piovana trattenuta dal 5-10 per cento almeno fino al 50 per cento, per usarla poi in situazioni come quelle che stiamo vivendo purtroppo in questi giorni. Sono opere assolutame­nte necessarie per fronteggia­re anche il cambiament­o climatico». Erri Faccini, presidente della Cia polesana, lancia un appello: «Non nemmeno una goccia d’acqua, il perdurare della siccità sta diventando sempre più preoccupan­te in tutto il Polesine», che aggiunge: «Nel medio-lungo termine servirà progettare ulteriori invasi, di montagna e di pianura, che potrebbero venire finanziati grazie al Pnrr».

Nel Delta del Po la questione della siccità preoccupa Porto Tolle, una sorta di «granaio» del Polesine e non solo, dati i suoi 258 chilometri quadrati di estensione, con ampie colture di mais, grano, granoturco e riso. Il sindaco Roberto Pizzoli si dice «pronto a fare tagli partendo dalle cose meno fondamenta­li, quali fontane, irrigazion­e ai giardini e plessi pubblici, ma questo solo nel caso la carenza idrica si facesse più aggressiva».

Secondo Pizzoli, poi, l’attuale risalita del cuneo salino «per ora non è stata pungente come nel 2006, quando ricordo perfettame­nte che raggiunse la città di Adria e si dovette intervenir­e con le autobotti per il rifornimen­to dell’acqua».

Pizzoli Pronti a chiudere fontane, irrigazion­e giardini, e plessi pubblici. Per ora la situazione è sotto controllo

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Il grande fiume in una foto risalente a qualche mese fa quando la situazione era già apparsa molto preoccupan­te

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