Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Caos, disagi ma tanta allegria Padova regge l’onda Cremonini
Proteste per i parcheggi a 25 euro e per i dispositivi di traffico. Imponente il servizio d’ordine
PADOVA Il primo grande evento musicale in Veneto dopo due anni di pandemia Covid porta con sé caos e disagi, ma anche tanta felicità. Allo stadio Euganeo i primi movimenti per il concerto di Cesare Cremonini andato in scena ieri sera davanti a 40mila persone si sono registrati addirittura in mattinata, quando i primi avventurieri si sono sistemati al riparo dal sole nelle zone verdi attorno agli ingressi principali di viale Nereo Rocco in attesa di poter entrare.
C’erano anche le unità antiterrorismo di polizia e carabinieri, gli artificieri e le unità cinofile antisabotaggio e un elicottero del reparto volo di Venezia della polizia ha controllato dall’alto la situazione.
I prezzi dei biglietti hanno scatenato le consuete polemiche: «Noi abbiamo speso 63,25 euro a testa — raccontano Pietro e Giulia, due studenti universitari che arrivano da Modena — ma era il primo vero concerto dopo due anni, i prezzi avrebbero dovuto essere più bassi».
Ancora più dure le proteste per le isole di traffico su viale Rocco che hanno rallentato l’affluenza dei veicoli e quelle legate al costo dei parcheggi più vicini ai cancelli, 30 euro per i camper, 25 per le auto. In molti hanno optato per il Geox, i cui park erano praticamente sold-out già prima delle 18: «È una vera vergogna — tuona Silvio, 46 anni, cameriere della Riviera Romagnola — 25 euro per un parcheggio è un prezzo folle, scelto da di chi considera i presenti oggi all’euganeo soltanto polli da spennare il più possibile». Essendo il primo grande evento in Veneto post-covid, l’affluenza registrata per ascoltagliare re il 42enne cantautore bolognese è stata davvero notevole. E i fan erano pronti a tutto. Cappellini, sciarpe, bandane, magliette, tutto quanto era possibile indossare per calarsi il più possibile nel clima della serata. Madri e figlie, amici, amiche, ma si sono visti anche sessantenni, oltre ai più giovani.
Le code sono iniziate circa alle 16, quando coloro che arrivavano si sono sistemati davanti alla Tribuna Centrale in attesa di poter entrare all’interno dello stadio. Alle 17 l’apertura dei cancelli. Il gran caldo ha reso tutto più difficile, obbligando ragazzi e ragazzi a svestirsi, rimanendo spesso a petto nudo e pantaloncini corti, oppure in shorts e costume da bagno: «La cosa più difficile — sorride Elena, infermiera 27enne di Sacile, accorsa a Padova assieme a due amiche — è l’attesa sotto il sole. Noi siamo felici, perché Cremonini lo adoriamo e questo concerto ci sembra come uscire di prigione».
Non sono mancati i momenti di pericolo, come quando si sono visti ragazzi e ragazze camminare a piedi lungo Corso Australia per tarispetto al percorso segnalato per raggiungere allo stadio.
Gli arrivi sono stati registrati da tutto il Nord Italia, ma anche da Roma, Viterbo, Jesi, Lecce, Napoli: «Sono il responsabile Amazon del centro logistico di Padova — spiega Roberto, 57anni — ma sono originario di Napoli. Sono qui con la mia compagna perché mi piace Cremonini, quello che scrive, quello che pensa, quello che canta. Per noi è la prima volta a un suo concerto». Per tanti lo è stato ed è stata anche più leggera l’attesa in fila. Come una liberazione, dopo due anni d’inferno. Sperando che sia davvero finita.