Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Alberto e la passione per la sua Ducati: travolto e ucciso
GALLIERA VENETA Un’altra giovane vita spezzata e un’altra comunità incredula, che non riesce ancora a capacitarsi di un evento tanto imprevedibile quanto devastante. Aveva appena vent’anni Alberto Moretti, e amava le moto sin da quando era poco più di un bambino. Ieri mattina era proprio in sella alla sua Ducati monster, quando in uno schianto ha perso la vita. Questione di attimi, di secondi. Poco dopo mezzogiorno, lì, fuori dal centro commerciale Smart in viale Europa, a Galliera Veneta, l’impatto, l’urto. Poi il silenzio. La sua moto in terra, a pezzi, e lui lì, immobile.
A nulla è servito l’intervento del personale sanitario del Suem, Alberto è infatti morto sul colpo, all’istante. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane stava uscendo dal parcheggio, quando un’auto che proveniva in senso contrario ha svoltato per entrarvi. Alla guida della vettura c’era una donna, che tuttavia non ha subito lesioni nell’incidente.
Sul luogo della tragedia è intervenuta la polizia locale di Cittadella, che dovuto inoltre bloccare la strada e deviare momentaneamente il traffico per poter raccogliere tutto il materiale necessario, che ora verrà valutato ed esaminato per ricostruire nel dettaglio la sequenza di eventi che ha portato all’urto risultato purtroppo fatale per il giovane. Galliera Veneta è ora attonita, l’ennesima tragedia e l’ennesima vittima. «Non ci sono parole per definire come mi sento — ha commentato il sindaco Italo Perfetti, evidentemente commosso e addolorato dopo la notizia — io conosco bene il ragazzo e la sua famiglia, quindi preferirei non aggiungere altro, anche per una questione di rispetto nei confronti del loro dolore. Mi dispiace che la nostra città sia di nuovo protagonista delle cronache per episodi così dolorosi, in questo momento non so davvero che cos’altro dire».
Un silenzio rispettoso misto ad incredulità è anche quello che si respira nella parrocchia di Galliera Veneta, un luogo di aggregazione e ritrovo per i giovani del luogo. «Ho ricevuto la notizia poco fa, da alcuni amici — ha aggiunto don Renato, il parroco — e confesso di faticare persino a rendermene conto, cosa si può dire di fronte a qualcosa di simile, di fronte a tanto dolore?».