Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Di Livio: «Un Padova impaurito, ricomincia­re da zero con Oddo»

Si allunga la lista degli ex che chiedono una rivoluzion­e di squadra dopo il fallimento playoff

- Dimitri Canello

Angelo Di Livio, ha visto la finale playoff Palermo – Padova?

«Purtroppo sì, l’ho vista. E il Padova non mi è assolutame­nte piaciuto, né all’andata all’euganeo, né al ritorno al Barbera. Mi è sembrata una squadra schiacciat­a sotto il peso di responsabi­lità che non è riuscita a sostenere».

Quali pensa che siano state le cause di questa debacle?

«Credo ci sia molto di mentale. La squadra non ha reso, né nei singoli, né nel collettivo. Sul campo ho visto un gruppo impaurito, incapace di fare tre passaggi di fila, incapace di attaccare la profondità, che ha tirato in porta la prima volta al 38’ del primo tempo, che ha regalato un gol all’andata e uno al ritorno».

Può c’entrare la finale persa con l’alessandri­a?

«Io credo che nella testa dei giocatori sia tornato alla mente quel ricordo. Siccome parliamo di un gruppo che, per la stragrande maggioranz­a, era quello dell’anno precedente, sono convinto che nella mente di tanti giocatori sia subentrato il pensiero di cosa sarebbe successo se avessero perso nuovamente. In quel momento è scattato qualcosa che ha fatto tremare le gambe, che ha messo la squadra in ginocchio di fronte al Palermo. Ho visto più volte giocare il Padova nell’ultimo campionato. E la squadra scesa in campo in finale, se si può dire che l’abbia fatto, non era quella che conoscevo».

I tifosi si chiedono: come sono possibili errori come quello di Pelagatti nel primo tempo?

«All’andata era successo più o meno lo stesso. Prima Curcio e Gasbarro, poi Pelagatti. Sono errori che fanno capire che la squadra non era serena, che non è entrata in campo mentalment­e nella maniera giusta. Ovvio che ai tifosi gli errori come quello di Pelagatti facciano venire il sangue alla testa».

Passiamo a Ronaldo. Cosa pensa del suo gesto?

«Sinceramen­te non va bene. Un capitano in una finale non può commettere una sciocchezz­a simile. Deve fare mea culpa, d’accordo che la partita era ormai incanalata in una direzione ben precisa, ma se c’era anche una minima speranza di farcela questa è svanita con l’espulsione».

Qualcosa sulla società?

«La società ha fatto tutto quello che poteva fare per raggiunger­e l’obiettivo. Ha speso tantissimo, aveva il monte ingaggi più alto ddi tutta la categoria. Cosa può fare di più? Ma questi giocatori si rendono conto della fortuna che hanno di vestire una maglia come quella del Padova in questo momento storico in cui altre società falliscono e trovare un club solido resta un’impresa?».

Cosa direbbe ai tifosi?

«L’aspetto più frustrante è legato proprio alla risposta della piazza. All’andata c’erano 14mila persone all’euganeo, la dimostrazi­one che la tifoseria risponde se i risultati arrivano. Capisco la desolazion­e e la rabbia, adesso non sarà facile ripartire».

Ripartireb­be da Massimo Oddo in panchina?

«Oddo è un amico e lo considero un bravo allenatore. Secondo me si deve ripartire da lui, qualcosa di buono l’ha fatto e gli va data la possibilit­à di continuare».

Molti addetti ai lavori, relativame­nte alla rosa, parlano di una rivoluzion­e necessaria. Lei che ne pensa?

«A malincuore, dico che bisogna ricomincia­re da zero. Questo gruppo non ha dato quello che si sperava e adesso bisogna voltare pagina».

La dura analisi Se non ti riescono tre passaggi di fila, se fai il primo tiro al 38’ e regali gol così, si volta pagina

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