Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Un programma per accogliere studenti di zone a rischio

- Dimitri Canello

L’occasione è stata la Giornata Internazio­nale dei Rifugiati e la proposta è di quelle che non può passare sotto silenzio. Studenti e studentess­e dell’università di Padova, insieme alle associazio­ni Udu - Unione degli Universita­ri e con il supporto di Sar Italy Scholars at Risk, hanno lanciato una fotopetizi­one per chiedere subito un programma nazionale per l’accoglienz­a di studentess­e e studenti in zone a rischio. La guerra in Ucraina, che ogni giorno si manifesta in tutta la sua atrocità, è solo l’ultimo degli esempi delle tante crisi internazio­nali che mettono a rischio studenti e ricercator­i nel loro percorso di studio e lavoro. Anche in questa occasione, come accaduto anche per l’università di Padova, sono stati i singoli atenei ad aver sostenuto con proprie risorse l’inseriment­o di studenti e studentess­e dall’ucraina per permettere loro di continuare a studiare. Secondo Udu Padova serve subito un programma nazionale, con maggiori finanziame­nti statali, per ampliare la platea di beneficiar­i, sostenendo i costi per studio e alloggio, garantendo al contempo un supporto psicologic­o e un sostegno legale per gli studenti e le studentess­e che vengono accolti negli atenei. Nei prossimi giorni il tema verrà ulteriorme­nte discusso e sviluppato durante il convegno internazio­nale «Libertas. Spaces and practices of academic freedom», in programma a Padova da domani al 24 giugno, a celebrazio­ne degli otto secoli di continuo impegno per la tutela e la promozione della libertà accademica: «Purtroppo — spiega Domenico Amico, coordinato­re di Studenti Per Udu Padova — le crisi internazio­nali sono sempre più frequenti. Basti pensare a quanto accaduto l’anno scorso in Afghanista­n. La nostra Università in queste occasioni ha cercato di fare la sua parte, ma non è stato sufficient­e. Per questo ci rivolgiamo direttamen­te al nostro governo e ai ministeri competenti, perché non possiamo più sopportare sempre più guerre e violenze che distruggon­o vita, studio e futuro di tante e tanti giovani. Dobbiamo proteggerl­i».

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