Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un programma per accogliere studenti di zone a rischio
L’occasione è stata la Giornata Internazionale dei Rifugiati e la proposta è di quelle che non può passare sotto silenzio. Studenti e studentesse dell’università di Padova, insieme alle associazioni Udu - Unione degli Universitari e con il supporto di Sar Italy Scholars at Risk, hanno lanciato una fotopetizione per chiedere subito un programma nazionale per l’accoglienza di studentesse e studenti in zone a rischio. La guerra in Ucraina, che ogni giorno si manifesta in tutta la sua atrocità, è solo l’ultimo degli esempi delle tante crisi internazionali che mettono a rischio studenti e ricercatori nel loro percorso di studio e lavoro. Anche in questa occasione, come accaduto anche per l’università di Padova, sono stati i singoli atenei ad aver sostenuto con proprie risorse l’inserimento di studenti e studentesse dall’ucraina per permettere loro di continuare a studiare. Secondo Udu Padova serve subito un programma nazionale, con maggiori finanziamenti statali, per ampliare la platea di beneficiari, sostenendo i costi per studio e alloggio, garantendo al contempo un supporto psicologico e un sostegno legale per gli studenti e le studentesse che vengono accolti negli atenei. Nei prossimi giorni il tema verrà ulteriormente discusso e sviluppato durante il convegno internazionale «Libertas. Spaces and practices of academic freedom», in programma a Padova da domani al 24 giugno, a celebrazione degli otto secoli di continuo impegno per la tutela e la promozione della libertà accademica: «Purtroppo — spiega Domenico Amico, coordinatore di Studenti Per Udu Padova — le crisi internazionali sono sempre più frequenti. Basti pensare a quanto accaduto l’anno scorso in Afghanistan. La nostra Università in queste occasioni ha cercato di fare la sua parte, ma non è stato sufficiente. Per questo ci rivolgiamo direttamente al nostro governo e ai ministeri competenti, perché non possiamo più sopportare sempre più guerre e violenze che distruggono vita, studio e futuro di tante e tanti giovani. Dobbiamo proteggerli».