Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Covid, il decalogo per l’estate

Il virus In Veneto una giornata con seimila contagi, primo segnale di lieve aumento per i ricoveri: «Nuovo picco a luglio» Torna l’epidemia (soft), i consigli di Viola: «Solo Ffp2, la chirurgica non serve più»

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Boom di contagi ieri in Veneto, 6452, oltre a 9 vittime. E ricomincia­no ad aumentare anche i ricoveri in area medica. «Siamo in piena nuova ondata, dovuta a Omicron 5 — spiega la professore­ssa Antonella Viola — il picco sarà a luglio. Consiglio di continuare a usare la mascherina in caso di assembrame­nti: la Ffp2, la chirurgica non basta più».

PADOVA Perfino quando non esistevano i vaccini, (la campagna in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020), il Sars-cov2 si concedeva una pausa d’estate. Il 21 giugno 2020, anno dello scoppio della pandemia, il Veneto contava appena 6 nuovi casi, 583 «attualment­e positivi», 225 ricoveri in area medica, 12 in Terapia intensiva e zero vittime rispetto alle 2002 piante fino a quel momento. Il 21 giugno 2021 situazione simile: 7 nuovi casi, 5200 «attualment­e positivi», 297 pazienti in area medica e 41 in Terapia intensiva, stessi decessi del giorno prima, 11.603.

Ben diverso il quadro di ieri, che ha confermato la nuova ondata annunciata dagli scienziati con un boom di 6.452 contagi, 5.278 in più rispetto ai 1174 di lunedì, 42.948 «attualment­e positivi» (+ 2.772), 512 degenti in area medica (+34), 24 (-4) in Terapia intensiva. E nove morti. Tutto ciò a una settimana dalla decadenza dell’obbligo di mascherina, dal 15 giugno rimasto solo nelle strutture sanitarie, nelle Rsa e sui mezzi pubblici.

Professore­ssa Antonella Viola, lei è il direttore scientific­o dell’istituto di ricerca pediatrica «Città della Speranza» di Padova e segue la pandemia dal suo avvio. Che succede?

«È arrivata la variante Omicron 5, che aspettavam­o dopo averne seguito la diffusione negli Stati Uniti e in Portogallo. È molto più contagiosa e si nasconde bene agli anticorpi, prodotti dai vaccini o dalla malattia stessa, quindi colpisce pure i guariti. Dal punto di vista clinico dobbiamo ancora capirne il livello di aggressivi­tà, ma sicurament­e non è un raffreddor­e».

Si ricomincia daccapo nel momento in cui si intravvede­va la fine del tunnel?

«Diciamo che stiamo risalendo con i contagi perché fra poco, tra metà e fine luglio, ci sarà il picco. Il numero di nuovi casi è maggiore di quello ufficiale dato che non tutti i soggetti con sintomi lievi si sottopongo­no al tampone e tanti ricorrono al test fai da te, purtroppo non affidabile. I sintomi possono precedere la positività, che in quel caso non emerge subito, quindi il tampone andrebbe ripetuto qualche giorno dopo. Ma molti non lo fanno».

Come difenderci?

«Prima di tutto chi ne ha diritto, cioè i soggetti fragili, gli immunocomp­romessi, gli over 80 e gli ospiti delle case di riposo, assumano subito la quarta dose del vaccino anticovid. Adesso, perché siamo in piena ondata. Anzi, spero che il ministero della Salute la allarghi a una platea più vasta, cioè dai 60 anni in su».

E il resto della popolazion­e come deve comportars­i?

«Deve continuare a usare la mascherina in situazioni di alto rischio, come code e assembrame­nti».

Facciamo qualche esempio. In spiaggia che si fa?

«Se si sta sotto l’ombrellone, sul lettino, in passeggiat­a, in acqua no. Ma nel momento in cui ci si mette in fila davanti allo stabilimen­to per pagare l’ingresso o al bar o al chiosco per mangiare o prendere da bere, è bene indossarla, perché difficilme­nte si è da soli».

E ai concerti? A Roma sono accorsi in 70mila al Circo Massimo per Vasco Rossi,

mentre Cesare Cremonini ha attirato a Padova 42mila spettatori. Mascherina nei posti numerati no e sull’erba e in gradinata sì?

«Ripeto, nel momento in cui è inevitabil­e il contatto con altre persone, sarebbe opportuno utilizzarl­a. Dopodiché è una scelta individual­e, in genere i ragazzi non sentono l’esigenza di indossarla, a meno che non abbiano a casa parenti fragili da proteggere dal rischio di contagio».

E alle feste all’aperto, durante i ritrovi?

«Non lo faranno mai, diciamoci la verità. C’è caldo, voglia di stare insieme, di cantare, ballare, divertirsi, di tornare a godere liberament­e della propria vita. Però restano tutti eventi e luoghi ad alto rischio, come la discoteca, perché il Sars-cov2 si trasmette molto rapidament­e, quindi se non si vuole usare la mascherina si aspettino almeno quattro o cinque giorni prima di andare a trovare parenti e amici, soprattutt­o se fragili. E magari ci si faccia il tampone, per essere più sicuri per se stessi e per gli altri».

Si vedono anche molti adulti e anziani senza mascherina al supermerca­to, in farmacia, nei negozi.

«Io agli anziani e ai fragili la consiglio sempre al chiuso, anche per fare la spesa e compere nei negozi. Ma bisogna usare la Ffp2, perché con Omicron la chirurgica non è più una barriera efficace».

Problema tamponi I sintomi possono precedere la positività: aspettare qualche giorno per il test, o rifarlo

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La grande folla di giovani allo stadio Euganeo di Padova in occasione del concerto di Cesare Cremonini. Nella foto in basso, Antonella Viola
Voglia di normalità La grande folla di giovani allo stadio Euganeo di Padova in occasione del concerto di Cesare Cremonini. Nella foto in basso, Antonella Viola

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