Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ferroli apre il nuovo centro ricerca dopo il boom nei sistemi ibridi
In 18 mesi quota di mercato in Italia al 30%: «I ricavi stanno crescendo del 40%»
SAN BONIFACIO (VERONA) Ferroli apre il nuovo centro di ricerca, in scia alla leadership di mercato sui sistemi di riscaldamento ibridi, che abbinano pompe di calore e caldaie a gas, conquistata in soli diciotto mesi. Lo spunto di partenza, ieri, è stata l’apertura, nella sede di Villanova di San Bonifacio, del rinnovato centro di ricerca e sviluppo, che ha concentrato lì le tre strutture prima esistenti in Italia. Un passo che il colosso del calore veronese, guidato dal fondo inglese Attestor, che ne ha avviato la vendita dopo il rilancio portato a termine negli ultimi sette anni, ha compiuto dopo dieci mesi di lavori e un investimento di 2,5 milioni di euro, concentrando, in un laboratorio da 1.250 metri quadrati al fianco dell’academy già aperta lo scorso anno per formare progettisti, termotecnici e installatori, i 45 specialisti impegnati nei vari ambiti-battistrada del settore del calore.
Sul tavolo questioni come lo sviluppo delle pompe di calore, dei gas refrigeranti e della caldaia ad idrogeno, studiata con l’università olandese di Eindhoven, la cui certificazione è attesa in autunno, tra camere climatiche in cui si provano gli impianti nelle varie condizioni ambientali e software per la simulazione al computer dei test termodinamici.
«Soluzione, quest’ultima, introdotta qualche anno fa e rivelatasi decisiva per ridurre di molto i tempi di sperimentazione. Decisiva specie nelle caldaie ad idrogeno, gas del tutto nuovo che sarebbe stato impossibile testare con soluzioni tradizionali», dice Alessandro Maroccolo, direttore
ricerca e sviluppo del gruppo. E la questione della difficoltà di trovare le figure tecniche? «Resta sempre - replica Maroccolo -. Non faremo meno di cento interviste in un anno per cercare ingegneri termotecnici, elettronici e informatici. In un mondo, tra l’altro, che sta anche qui cambiando: al di là dello smart working, mentre fino a qualche anno fa un ingegnere rimaneva in un’azienda fino a fine carriera, ora non è raro vederli uscire per spostarsi su ricerche e prodotti diversi».
Il progetto di aggiornamento del centro di ricerca si sta rivelando decisivo nella seconda vita del gruppo veronese del calore, salvato nell’autunno del 2015 da una crisi finanziaria che l’aveva portato sull’orlo del fallimento, attra
verso un accordo di ristrutturazione del debito con banche e fornitori passato per l’ingresso al 60% del fondo Attestor, che aveva iniettato 60 milioni di nuova finanza, mentre la famiglia Ferroli aveva mantenuto il 40%.
«Questo non è solo un bel polo che tutti c’invidiano, con ricerche su idrogeno, connettività e realtà aumentata - ha detto ieri l’amministratore delegato, Riccardo Garrè -. Nello sviluppo è stato decisivo su aerotermico e sistemi ibridi, dove abbiamo ottenuto risultati insperati con una crescita formidabile in 18 mesi: abbiamo raggiunto il primato in Italia nel primo semestre di quest’anno, superando Daikin e Immergas, e abbiamo posizionamento e progetti, in un ambito che vive un’accelerazione mostruosa. Sarebbe sbagliato farsi bastare la pancia piena. A brevissimo ci si deve sedere a tavolino, per vedere come continuare a essere i migliori».
Garrè, traduce in numeri l’avanzata di Ferroli sul fronte aerotermico e sistemi ibridi, il segmento di mercato più avanzato e promettente, tra transizione green e incentivi: la quota di mercato raggiunta in Italia è del 30%; e se il gruppo di San Bonifacio realizzava nel 2018 nei prodotti elettrici (pompe di calore, scaldacqua e aria condizionata) il 18% dei 300 milioni di ricavi, nel 2022 la quota sarà il 60% sui 500 milioni attesi. «Nel primo semestre il fatturato complessivo di gruppo aumenta del 40% rispetto a un anno fa - spiega l’ad - e siamo tra le migliori aziende del settore per margine operativo lordo sul fatturato». Non è solo questione di numeri: «Sono prodotti che richiedono sviluppi tecnologici e una rete di assistenza all’altezza: per questo la nostra academy si è rivelata fondamentale - sostiene il manager -. E decisiva è stata la nostra competenza storica nel gas: abbiamo lanciato una linea produttiva e assunto 50 persone da inizio anno».
Sviluppi decisivi, a questo punto, anche sul processo di vendita del 100% di Ferroli in corso, affidato al consulente Lazard, con una valutazione dell’azienda intorno ai 650 milioni: «Il processo va avanti: stiamo valutando la migliore opzione di valorizzazione del gruppo. L’obiettivo resta la firma di un contratto di compravendita entro fine anno dice Garrè -. L’acquirente potrà contare su un gruppo con basi produttive diversificate, Cina e Vietnam comprese, su cui poter ulteriormente sviluppare la presenza in Asia, con la supremazia in Italia sui sistemi ibridi, ma anche con presenze rilevanti in Romania e Spagna, dove facciamo oltre cento milioni di ricavi».
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Garré I piani per la cessione vanno avanti: valutiamo la soluzione migliore Puntiamo a chiudere entro l’anno