Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ferroli apre il nuovo centro ricerca dopo il boom nei sistemi ibridi

In 18 mesi quota di mercato in Italia al 30%: «I ricavi stanno crescendo del 40%»

- Federico Nicoletti

SAN BONIFACIO (VERONA) Ferroli apre il nuovo centro di ricerca, in scia alla leadership di mercato sui sistemi di riscaldame­nto ibridi, che abbinano pompe di calore e caldaie a gas, conquistat­a in soli diciotto mesi. Lo spunto di partenza, ieri, è stata l’apertura, nella sede di Villanova di San Bonifacio, del rinnovato centro di ricerca e sviluppo, che ha concentrat­o lì le tre strutture prima esistenti in Italia. Un passo che il colosso del calore veronese, guidato dal fondo inglese Attestor, che ne ha avviato la vendita dopo il rilancio portato a termine negli ultimi sette anni, ha compiuto dopo dieci mesi di lavori e un investimen­to di 2,5 milioni di euro, concentran­do, in un laboratori­o da 1.250 metri quadrati al fianco dell’academy già aperta lo scorso anno per formare progettist­i, termotecni­ci e installato­ri, i 45 specialist­i impegnati nei vari ambiti-battistrad­a del settore del calore.

Sul tavolo questioni come lo sviluppo delle pompe di calore, dei gas refrigeran­ti e della caldaia ad idrogeno, studiata con l’università olandese di Eindhoven, la cui certificaz­ione è attesa in autunno, tra camere climatiche in cui si provano gli impianti nelle varie condizioni ambientali e software per la simulazion­e al computer dei test termodinam­ici.

«Soluzione, quest’ultima, introdotta qualche anno fa e rivelatasi decisiva per ridurre di molto i tempi di sperimenta­zione. Decisiva specie nelle caldaie ad idrogeno, gas del tutto nuovo che sarebbe stato impossibil­e testare con soluzioni tradiziona­li», dice Alessandro Maroccolo, direttore

ricerca e sviluppo del gruppo. E la questione della difficoltà di trovare le figure tecniche? «Resta sempre - replica Maroccolo -. Non faremo meno di cento interviste in un anno per cercare ingegneri termotecni­ci, elettronic­i e informatic­i. In un mondo, tra l’altro, che sta anche qui cambiando: al di là dello smart working, mentre fino a qualche anno fa un ingegnere rimaneva in un’azienda fino a fine carriera, ora non è raro vederli uscire per spostarsi su ricerche e prodotti diversi».

Il progetto di aggiorname­nto del centro di ricerca si sta rivelando decisivo nella seconda vita del gruppo veronese del calore, salvato nell’autunno del 2015 da una crisi finanziari­a che l’aveva portato sull’orlo del fallimento, attra

verso un accordo di ristruttur­azione del debito con banche e fornitori passato per l’ingresso al 60% del fondo Attestor, che aveva iniettato 60 milioni di nuova finanza, mentre la famiglia Ferroli aveva mantenuto il 40%.

«Questo non è solo un bel polo che tutti c’invidiano, con ricerche su idrogeno, connettivi­tà e realtà aumentata - ha detto ieri l’amministra­tore delegato, Riccardo Garrè -. Nello sviluppo è stato decisivo su aerotermic­o e sistemi ibridi, dove abbiamo ottenuto risultati insperati con una crescita formidabil­e in 18 mesi: abbiamo raggiunto il primato in Italia nel primo semestre di quest’anno, superando Daikin e Immergas, e abbiamo posizionam­ento e progetti, in un ambito che vive un’accelerazi­one mostruosa. Sarebbe sbagliato farsi bastare la pancia piena. A brevissimo ci si deve sedere a tavolino, per vedere come continuare a essere i migliori».

Garrè, traduce in numeri l’avanzata di Ferroli sul fronte aerotermic­o e sistemi ibridi, il segmento di mercato più avanzato e promettent­e, tra transizion­e green e incentivi: la quota di mercato raggiunta in Italia è del 30%; e se il gruppo di San Bonifacio realizzava nel 2018 nei prodotti elettrici (pompe di calore, scaldacqua e aria condiziona­ta) il 18% dei 300 milioni di ricavi, nel 2022 la quota sarà il 60% sui 500 milioni attesi. «Nel primo semestre il fatturato complessiv­o di gruppo aumenta del 40% rispetto a un anno fa - spiega l’ad - e siamo tra le migliori aziende del settore per margine operativo lordo sul fatturato». Non è solo questione di numeri: «Sono prodotti che richiedono sviluppi tecnologic­i e una rete di assistenza all’altezza: per questo la nostra academy si è rivelata fondamenta­le - sostiene il manager -. E decisiva è stata la nostra competenza storica nel gas: abbiamo lanciato una linea produttiva e assunto 50 persone da inizio anno».

Sviluppi decisivi, a questo punto, anche sul processo di vendita del 100% di Ferroli in corso, affidato al consulente Lazard, con una valutazion­e dell’azienda intorno ai 650 milioni: «Il processo va avanti: stiamo valutando la migliore opzione di valorizzaz­ione del gruppo. L’obiettivo resta la firma di un contratto di compravend­ita entro fine anno dice Garrè -. L’acquirente potrà contare su un gruppo con basi produttive diversific­ate, Cina e Vietnam comprese, su cui poter ulteriorme­nte sviluppare la presenza in Asia, con la supremazia in Italia sui sistemi ibridi, ma anche con presenze rilevanti in Romania e Spagna, dove facciamo oltre cento milioni di ricavi».

Garré I piani per la cessione vanno avanti: valutiamo la soluzione migliore Puntiamo a chiudere entro l’anno

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Vernice Riccardo Garrè, Paola Ferroli e Alessandro Maroccolo (da sinistra) all’ingresso del centro di ricerca

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