Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il mondo di Thomas
Mondiale L’oro iridato, gli inizi alla Leosport e il lavoro al centro di Verona raccontati da chi lo segue dagli esordi Nuoto, alla scoperta del «fenomeno Ceccon» tra allenamenti, gioco e una nuova maturità a 21 anni Vallarsa: «Quando punta qualcosa non l
«Ma sì, Anna, ho solo nuotato…». L’sms, Anna Vallarsa, te lo legge in diretta, per farti capire qualcosa in più del mittente, Thomas Ceccon. Della serie: che sarà mai a 21 anni aver infranto il record mondiale nei 100 dorso, con l’oro iridato al collo.
«E averlo infranto così, quel record, 51’’60, un tempo stratosferico… Thomas fa sembrare normali cose che non lo sono: il nuoto è fondamentalmente un gioco di cui è appassionato, tanto che si diverte pure a studiare le tattiche degli avversari». È uno dei tanti lati della forza di Ceccon, il campione di nuoto che il Veneto e l’italia hanno scoperto di avere. Uno che sei anni fa il tecnico Alberto Burlina, in netto anticipo su questo primo grande oro, inseriva nella «famiglia italiana degli eclettici, quelli alla Sacchi, Marin, Boggiatto, capaci di nuotare un po’ tutto». Chi non scopre nulla del vicentino di Magrè, frazione di Schio, veronese d’adozione grazie al Centro Federale, è proprio Vallarsa, la sua prima allenatrice, tuttora nello staff di Burlina con Riccardo Wenter. «Conosco Thomas da quando aveva 9 anni, è così eclettico perché si annoia facilmente e l’abbiamo sempre sfidato su più stili per tenergli alta la concentrazione. Il fisico è palese: braccia lunghe, vita stretta, alto 1.90, in acqua ha una densità ossea che lo rende leggero. Di carattere? È uno che se si mette in testa una cosa non lo fermi, prima della finale aveva la faccia di quando sta per fare qualcosa…». Anna Vallarsa risponde da Creazzo, dove ha sede la Leosport, fondata nel 1983 e «partner» delle Fiamme Oro nel tesseramento di Ceccon. Parte da lì, la storia del fresco oro mondiale nei 100 dorso a Budapest, in vasca prestissimo per seguire il fratello maggiore, Efrem. Tutti sportivi in famiglia: mamma Gioia ha un passato importante nel pattinaggio e papà Loris, da amatore, è stato nell’atletica e nel calcio.
Occhio: 60 km al giorno per accompagnare Thomas da Schio alla piscina, poi nel 2017 Gioia che si licenzia per seguirlo a Verona e non fargli mancare niente. «Ogni mattina arriva con la bici, i giovani qui hanno qualcuno cui guardare, Thomas non si risparmia mai: se vuoi crescere devi avere quella mentalità», dice Roberto Cognonato, direttore della struttura federale veronese, intitolata ad Alberto Castagnetti, storico mentore di Federica Pellegrini. Di sicuro, assicura Cognonato, «uno come Ceccon nasce ogni tanto». Segni particolari? «Vederlo nuotare è un incanto per la naturalezza con cui sta in acqua». In acqua Ceccon somma una media di 10 km al giorno, palestra tre volte a settimana. «Quando nuota è leggero, nel lavoro a secco è molto forte», precisa Vallarsa. A riassumerne la nuotata, suggerisce, è la finale a Budapest, nei 100 dorso, uno spot alla «gestione» e alla continuità: «Thomas è bravissimo a distribuire le energie. Quando gli altri “muoiono”, lui viene su. Resiste anche quando l’intensità è altissima». C’è una sorta di nonchalance nelle bracciate di Ceccon. Dal Centro federale giurano si tratti di «maturità sportiva e umana, Thomas gareggia senza paura, mantenendo però la lucidità: la qualità dei campioni». Ecco allora il nuoto veneto e italiano illuminarsi di Ceccon. «Il primo salto di qualità nel 2018 alle Olimpiadi giovanili — ricorda Cognonato — poi le medaglie in staffetta a Tokyo e il bronzo ai mondiali in vasca corta».
E ora, forse, dopo l’esplosione arriva il difficile. «La chiave di tutto è la permanenza di Thomas in Veneto, dove c’è chi lo conosce. Personaggi come lui non sono ordinari. Bisogna seguirli, aiutarli, soprattutto non correre il rischio di bruciarli».
Roberto Cognonato Qui a Verona arriva in bici e in vasca non si risparmia mai: per i più giovani è un esempio