Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Padova, in 17 mila senza medico di base
Il presidente dell’ordine Crisarà conferma l’allarme assistenza: «Si intervenga»
PADOVA «Se al 31 maggio 2021 erano 6.571 i cittadini padovani senza medico di medicina generale, ora sono praticamente triplicati dato che sono saliti a quota 17.473». Lo definisce «un disastro annunciato che sta prendendo sempre più corpo». Domenico Crisarà, presidente provinciale dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, torna ad alzare l’asticella dell’attenzione sull’annosa questione della carenza di medici di base sull’intero territorio.
Il Covid Fortemente preoccupati dal numero dei casi, vietare i tamponi fai-da-te
PADOVA Lo definisce «un disastro annunciato che sta prendendo sempre più corpo». E che, a giudicare da tutta una serie di fattori, non potrà che peggiorare ulteriormente: Domenico Crisarà, presidente provinciale dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, torna ad alzare l’asticella dell’attenzione sull’annosa questione della carenza di medici di base sull’intero territorio.
Lo fa comparando due dati che rendono purtroppo alla perfezione l’idea: «Se al 31 maggio 2021 erano 6.571 i cittadini padovani senza medico di medicina generale, ora sono praticamente triplicati dato che sono saliti a quota 17.473». Il problema è che, come detto, questo rischia di essere davvero solo l’inizio: «Partiamo dai 3.100 medici di base attualmente in servizio in tutta la regione: entro il 2026 — sottolinea Crisarà — ne andranno in pensione più di mille, peccato che a meno che non cambi qualcosa sul fronte dei medici in formazione ne avremo al massimo 350 che potrebbero garantire un parziale ricambio. Basta dunque fare due conti per capire che fra tre anni quasi un milione di veneti non avranno un medico a cui affidarsi. Bisogna trovare un rimedio, e al più presto, perché ci sono aree della nostra provincia che rischiano la “desertificazione”».
Quali sono, dunque, i possibili rimedi? «Bisogna cambiare l’organizzazione territoriale favorendo l’aggregazione tra medici di famiglia, dando così loro del tempo prezioso in più: non è possibile che nell’arco di un’ora io possa dedicare solo venti minuti alla mia reale professione visto che devo riservare gli altri quaranta per fare l’infermiere o il segretario. Lo scorso lunedì sono intervenuto alla conferenza dei sindaci spiegando la questione, e loro sono apparsi presenti e stimolati. L’usl 6 Euganea? Il nuovo direttore del Dipartimento di Prevenzione (Luca Sbrogiò, ndr) si è insediato da due mesi e ancora non si è presentato, quindi non conosciamo le sue intenzioni».
Quello della carenza dei medici di base non è l’unico argomento a tenere sulle spine il dottor Crisarà: «Siamo fortemente preoccupati dall’importante aumento dei casi di Covid (7.676 padovani attualmente positivi di cui 1.296 comprovati nella sola giornata di mercoledì, ndr), e come Ordine dei medici ci chiediamo se è utile continuare con i tamponi fai da te: quello dell’affidare al senso civico dei cittadini la questione di autodenunciarsi per la quarantena è un dubbio che solleviamo dall’inizio, e che si fa ancor più pregnante in questo periodo». «Pensateci — aggiunge —: se una persona lo fa scoprendo di essere positivo e magari tra dieci giorni deve partire per le ferie cosa fa, la comunica? Dato che l’umana tentazione di far finta di niente c’è e che la variante Omicron Ba5 è molto contagiosa bastano pochi casi incontrollati per far si che l’infezione si moltiplichi con facilità. Dal 15 giugno viviamo come se il Covid non sia mai esistito, eppure i numeri dicono il contrario: bisogna capire cosa accadrà in autunno, perché se già circola così può mutare ulteriormente».
Domenico Crisarà aggiorna quindi sulla Commissione bilaterale istituita in collaborazione con l’ordine di Verona per verificare le competenze del personale medico scelto dalle cooperative e impiegato per servizi delicati e critici per la popolazione: «Faremo richiesta formale all’usl 6 per entrare nei gruppi di valutazione dei vari curriculum: sarebbe un ulteriore certificato di garanzia per i cittadini». L’ordine dei medici, infine, è pronto a cambiare sede: «Il 30 giugno — rivela Crisarà — si chiude la manifestazione d’interesse. L’area scelta? A Padova Est, nelle vicinanze del futuro Polo della Salute».