Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Meno carne rossa e acqua di rubinetto «Ma non dobbiamo diventare degli asceti»
I comportamenti individuali e la crisi delle risorse Il filosofo delle scienze Pievani: «Cambiamo con gioia, la logica dell’emergenza fa arrabbiare la gente»
«Risparmiare l’acqua e limitare i consumi non significa diventare tutti degli asceti». Telmo Pievani è docente di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova, e uno dei più incisivi comunicatori della scienza in Italia.
Pievani, il cambiamento del clima, la siccità in corso e il rincaro dei prezzi causato dall’invasione russa dell’ucraina spingono a cambiare radicalmente le proprie abitudini personali.
«Mi colpisce che ogni volta che siamo di fronte a crisi come l’attuale ci si mostri sorpresi. Che le si definisca ‘calamità’. Una calamità, dal latino, è una sventura collettiva che capita improvvisamente, mandata non si sa bene da chi... In realtà il fatto che il Po sia in secca era previsto da tutti i modelli climatici sul Mediterraneo, da quarant’anni. Se in inverno piove un quarto di prima, è normale che in estate le nevi non diano acqua. Invece si continua a restare sorpresi. Si prenderanno misure necessarie ma che creeranno inevitabilmente conflitti, perché le comunità montane e quelle lacustri non vogliono cedere l’acqua... e così via. Anche il fatto che si sprechi il 40% acqua dalla fonte al rubinetto è una cosa nota da trent’anni. Non è possibile che ci stupiamo. Viviamo in un’amnesia collettiva. Potevamo pensarci prima».
In Pianura Padana si parla di razionamento, in California il governatore Newsom
vieta di innaffiare più di due giorni a settimana e di fare la doccia per più di cinque minuti. I comportamenti virtuosi hanno un’utilità?
«I comportamenti individuali, è stato calcolato, incidono per il 30-40% del problema. Penso all’efficientamento energetico, alla lotta allo spreco, al consumo di carne rossa... Insomma, anche se poi contano anche le decisioni transnazionali, noi possiamo fare la differenza. Ma la chiave è la programmazione. Il fatto che dobbiamo essere più efficienti è una cosa che deve valere quotidianamente: deve diventare una norma. Se invece il messaggio è: ‘aiuto, il Po è in secca, non c’è acqua, razionate’, è una tipica comunicazione di emergenza, che giustamente fa arrabbiare la gente. Che dice: ora mi chiedi di ridurre l’acqua quando potevi prima ridurre gli sprechi».
Il water footprint della produzione di carne bovina in Italia si attesta intorno a 11.500 litri di acqua per produrre 1 kg di carne. È il caso di accelerare sul vegetarianismo?
«La scelta vegetariana e vegana sono rispettabilissime, ma attengono al comportamento di una persona. In realtà non abbiamo bisogno di diventare tutti vegani: sarebbe già molto se tutti riducessimo del 30% il consumo di carne rossa. È un sacrificio? No, nel nostro paese: perché la mangeremmo comunque sei volte al mese anziché dieci. Eppure farebbe una differenza pazzesca nel consumo di acqua, di antibiotici, nel gas metano prodotto. Non dobbiamo chiedere ai cittadini di diventare degli asceti, ma di compiere piccole scelte che possono cambiare le sorti. Non è possibile che l’italia sia tra i paesi europei con la migliore qualità dell’acqua del rubinetto, e sia poi quella con i più alti di consumi di acqua minerale in bottiglia. Bisogna fare la differenza anche in questo. acqua del rubinetto».
C’è chi dice, come Fulco Pratesi: non faccio la doccia, cambio la biancheria intima solo ogni due o tre giorni, tiro lo sciacquone il minimo indispensabile. Ha un senso?
«Pratesi è provocatorio, lo conosco bene. Ma direi che non è necessario fare scelte che, come dire, mettano a repentaglio le nostre condizioni igieniche personali. No ai sacrifici nelle nostre vite, basta cambiarle un po’. Possibilmente con buonumore. Altrimenti torniamo a quella logica punitiva, che non è solo insensata ma che genera risentimento, visto che alla fine colpisce soprattutto i meno abbienti».
Il suo ultimo libro, «Serendipità» (Raffaello Cortina), è un inno all’imprevisto nella scienza. C’è una serendipità nel nostro reagire al cambiamento climatico, qualcosa che stiamo imparando?
«Certo. Lo si vede in quanto questa crisi ha favorito ricerche scientifiche innovative. Tutti gli investimenti che stiamo facendo sulle tecnologie verdi. Ma immaginiamo, per stare a una ricerca in corso, se riusciremo davvero a replicare, come già ci stiamo avvicinando a fare in laboratorio a Padova, la fotosintesi clorofilliana: sarebbe una serendipità meravigliosa, perché avremmo una macchina fantastica, che consumerebbe anidride carbonica per darci ossigeno. Wow».
Telmo Pievani Continuiamo ad essere sorpresi ma i modelli climatici avevano già previsto tutto