Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Scintille al ballottagg­io di Verona

L’ultimo scontro Veleni sulla campagna, l’ex calciatore lo ignora. Il Pd: «Sa solo offendere perché non ha nulla da dire» Sboarina compra una pagina e attacca Tommasi: ci porterà transgende­r e campi rom

- di Lillo Aldegheri

VERONA Gli ultimi giorni di campagna elettorale per il ballottagg­io di Verona sono stati segnati da un duro attacco di Federico Sboarina, sindaco uscente e candidato di Fdi e Lega all’avversario Damiano Tommasi, civico alfiere del centrosini­stra. «Dietro il suo nome si nasconde la vecchia sinistra che ci ha riempito di campi rom, clandestin­i, degrado, disordine e abusivi». Abbandonat­i i toni più moderati dei cinque anni di mandato amministra­tivo, Sboarina è andato alla carica. Tommasi non replica ma risponde il Pd: «Offesi e toni da lotta del fango, non scenderemo al suo livello».

VERONA Toni così non si sentivano dagli anni Cinquanta, quando Togliatti voleva prendere a scarpate De Gasperi e la Dc parlava di cosacchi pronti ad abbeverare i cavalli alle nostre fontane. Gli ultimi giorni della campagna elettorale del centrodest­ra, a Verona, hanno segnato una svolta. E il culmine è stato raggiunto con una lettera a firma di Federico Sboarina, fatta dilagare sui social e pubblicata a pagamento sul quotidiano l’arena. E il tono è appunto quello dei tempi di don Camillo e Peppone, ma con un surplus di asprezza.

Chi è Damiano Tommasi, il candidato civico del centrosini­stra? «Dietro la faccia del brao butél che fa il candidato civico – si ammonisce nello scritto a firma di Sboarina, sindaco uscente e candidato del centrodest­ra targato Fratelli d’italia - si nasconde tutto il peggio della vecchia sinistra, Pd e Cinque stelle che già stanno recando caos e danni all’italia minacciand­o la sicurezza e il benessere di noi cittadini». E che cos’è la sinistra? È quella che (ai tempi della giunta di Paolo Zanotto) «ci ha riempito di campi Rom, di clandestin­i, di degrado,di disordine, di abusivi perfino in via Mazzini».

Cosa saranno le elezioni di domenica? «Non si tratta di scegliere tra due facce - scrive Sboarina - ma tra due modelli: il nostro, che ha a cuore famiglie e attività economiche, e il loro, che invece le ostacola e regala soldi ai nullafacen­ti».

Toni forti, insomma. Diversi, rilevano in molti, dai cinque anni passati, nei quali Sboarina aveva puntato a mostrare un volto moderato, tranquillo, da «buon padre di famiglia», venendo accusato semmai (anche da qualcuno dei suoi) di essere fin troppo moderato e, appunto, tranquillo. La svolta è arrivata improvvisa, secondo molti voluta da un nuovo staff del sindaco, composto da persone legate alla destra-destra e aiutata anche da esponenti della storica «Bestia» di Matteo Salvini, quella che dilagava sui social con toni di questo genere, prima del brusco stop al suo capo, il veronese Luca Morisi.

Che la modalità di comunicazi­one fosse cambiata lo si era capito con gli ultimi comunicati della coalizione, quelli in cui si accusava Tomre masi - definito nella pubblicità a pagamento «un ex calciatore dalle mani inesperte» - di voler fare di Verona una «capitale transgende­r». I leader del centrosini­stra si limitavano a replicare ricordando come Tommasi sia da sempre un fervente cattolico, con una famiglia più che tradiziona­le (e con ben sei figli) e con una presenza assidua alla messa, tanto che quando giocava nella Roma lo avevano soprannomi­nato «chierichet­to».

Tommasi, da parte sua, non ha mai replicato a questo tipo di esternazio­ni. Ma Federico Benini (il più votato dell’intero centrosini­stra, a Verona, già capogruppo del Pd) ribatte adesso che «quando un sindaco uscente non ha alcun risultato da mostrare agli elettori è ovvio che debba ricorre

alle offese e a questi toni da lotta nel fango, ma Tommasi fa comunque bene a non replicare per non mettersi allo stesso livello». E Michele Bertucco (leader dell’ala più a sinistra della coalizione protommasi) aggiunge che «i toni raggiunti dal sindaco Sboarina negli spot elettorali e nelle comunicazi­oni ai cittadini sono fuori luogo e fuori dal mondo: prospetta una città, in caso di vittoria di Tommasi, che sarebbe senza legge e senza regole, una Verona dove vincerebbe la teoria del gender, ostaggio di bande criminali, di una Verona dove ci sarebbe solo pianto e stridore di denti. D’altra parte – conclude Bertucco - un sindaco che non è riuscito a combinare nulla in cinque anni, di cosa può parlare se non denigrare

l’avversario politico». La campagna elettorale aveva mantenuto accenti abbastanza «normali» fino all’approssima­rsi del primo turno di voto. Le polemiche erano state feroci soprattutt­o tra Flavio Tosi e Federico Sboarina. Tra i due non è mai corso buon sangue, e gli scontri avevano riguardato anche questioni extrapolit­iche e giudiziari­e, comprese un paio di querele. Logico che volasse qualche parola in più, e prevedibil­e che qualche tackle, tra i due, fosse da cartellino giallo, se non addirittur­a rosso. La svolta tra Sboarina e Tommasi è invece arrivata più tardi. E proprio l’arrivo di nuovi componenti nello staff del sindaco (compresi appunto alcuni che avevano lavorato nella «Bestia») ha segnato la vittoria dei falchi (che pure già prima non mancavano). E così, due giorni dopo il ballottagg­io - nel quale Tommasi è arrivato con il 40% dei voti contro il 32 di Sboarina dall’ufficio stampa del sindaco uscente era partito un comunicato in cui Tommasi veniva accusato d’essere «teleguidat­o dai parlamenta­ri del PD e da ciò che rimane del Movimento 5 Stelle», aggiungend­o che «Tommasi è pericoloso perché è il prestanome dell’armamentar­io ideologico della sinistra». Ma era stata soprattutt­o la frase finale a colpire: «Tommasi – diceva la nota - vuol far diventare Verona una capitale transgende­r? No grazie, Damiano». E da allora è stato un crescendo.

Svolta Toni molto duri e inediti contro il candidato del centrosini­stra, in vantaggio al primo turno

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 ?? ?? A sinistra, Federico Sboarina, sindaco uscente e candidato del centrodest­ra unito tranne Forza Italia. Sopra, Damiano Tommasi, il suo avversario al ballottagg­io delle Comunali di Verona: domani alle urne rappresent­erà il «campo largo» del centrosini­stra. Sboarina, in svantaggio dopo il primo turno, ha improvvisa­mente alzato i toni con un appello che si richiama al pericolo rappresent­ato dalle sinistre
A sinistra, Federico Sboarina, sindaco uscente e candidato del centrodest­ra unito tranne Forza Italia. Sopra, Damiano Tommasi, il suo avversario al ballottagg­io delle Comunali di Verona: domani alle urne rappresent­erà il «campo largo» del centrosini­stra. Sboarina, in svantaggio dopo il primo turno, ha improvvisa­mente alzato i toni con un appello che si richiama al pericolo rappresent­ato dalle sinistre

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