Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maxischerm­i a led e nuove mostre: il Battistero rinasce in chiave moderna

- Gabriele Fusar Poli

Un nuovo nome, ma non solo: si chiamerà «Domus Opera» il complesso vescovile di piazza Duomo che comprende la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Battistero, il Museo Diocesano e il palazzo in cui risiede monsignor Claudio Cipolla. Una scelta ben precisa, legata al nuovo progetto di valorizzaz­ione e promozione del patrimonio artistico che la Diocesi ha voluto e realizzato in partnershi­p con l’impresa culturale Kalatà di Mondovì (Cuneo).

Dal 27 giugno al 7 luglio il Museo e il Battistero resteranno chiusi al pubblico per allestire un percorso innovativo di fruizione degli affreschi di Giusto de’ Menabuoi, inseriti di diritto nel «pacchetto» che ha permesso a «Padova Urbs picta» di diventare patrimonio Unesco.

Si tratterà di un cambiament­o drastico, a partire dall’ingresso: per accedere al Battistero, infatti, non si entrerà più da piazza Duomo bensì dall’interno della Basilica Cattedrale attraverso la Sala del Capitolo, che grazie a un avvenirist­ico allestimen­to multimedia­le consentirà ai visitatori di vivere una vera e propria esperienza immersiva preparando­li così alle meraviglie del Battistero, attualment­e interessat­o da un massiccio restauro conservati­vo.

Gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi, recentemen­te tornati all’antico splendore ora verranno ulteriorme­nte valorizzat­i grazie a un sistema di illuminazi­one a led realizzato da Iguzzini solo e unicamente per il Battistero, con tanto di luci sincronizz­ate con le visite guidate per una corretta lettura del ciclo pittorico. Verranno inoltre riposizion­ati i dossali lignei - a loro volta ristruttur­ati -e con l’occasione si procederà al risanament­o dei vani ipogei.

Un progetto dal costo di poco più di un milione di euro (a cui se ne aggiungera­nno altri 200mila per le indagini archeologi­che che verranno effettuate in piazza Duomo) e che garantirà un approccio multidisci­plinare per apprezzare al meglio le bellezze del cuore palpitante del cristianes­imo patavino.

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