Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Oggi dissalatore in azione I consorzi: «Legge speciale contro il cuneo salino»
Il dissalatore di «Veolia», che costa 150 mila euro per due mesi, è arrivato ieri a Ponte Molo, nella centrale di potabilizzazione di «Acquevenete» a Porto Tolle. I tecnici lo stanno montando, già oggi potrebbe funzionare. Deve servire circa quattromila residenti tra Taglio di Po, Ariano Polesine e la località di Donzella a Porto Tolle che altrimenti resterebbero senz’acqua potabile per la risalita del cuneo salino. Intanto l’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) ha avanzato la richiesta di una normativa specifica, come «una legge speciale a tutela dei territori del Delta del Po che, dopo i danni della subsidenza innescata dalle trivellazioni in Alto Adriatico, si trovano ora a fronteggiare la risalita del cuneo salino, segnalata ormai a 30 chilometri dalla foce e che, dopo aver contaminato le risorse idriche costiere, sta pericolosamente avvicinandosi alle falde, che servono la città di Ferrara». L’anbi ne ha parlato durante un un workshop a Mesola (Ferrara). «L’impressione diffusa — spiega il presidente Francesco Vincenzi — è che non si stia percependo, ai livelli politici decisionali, la gravità di quanto sta accadendo tra le province di Rovigo e Ferrara, dove l’ingresso delle acque marine nell’entroterra, non solo sta inquinando gli attingimenti idrici anche per il potabile, ma sta cambiando l’habitat di un patrimonio universale di biodiversità, pregiudicando la vita delle comunità locali».