Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Impaurito, lo abbiamo preso in braccio un’emozione forte averlo riportato a casa»

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Li ha guardati arrivare e ha chiuso gli occhi. A fargli paura era il rumore forte dell’elicottero che scendeva su di lui. Ma ormai l’incubo era finito.

« Volavamo a bassa quota quando lo abbiamo visto — spiega Alessandro Favero, del Reparto volo vigili del fuoco — ci siamo avvicinati ma Francesco non voleva salire a bordo». Dopo una notte al buio, sotto la pioggia e col timore di non riuscire più a tornare a casa, il bimbo di 9 anni era sfinito.

«Siamo scesi e gli abbiamo chiesto di aggrappars­i a noi — dice Favero — ci è voluto un po’, lo abbiamo convinto a salire quando gli abbiamo detto che sarebbe stato “Gigio”, uno dei nostri a portarlo su tra le braccia».

L’elicottero stava sorveglian­do l’area «a pettine» da pochi minuti per aiutare le ricerche del piccolo che erano attive dalla sera prima quando lo ha visto dall’alto, vicino ad un escursioni­sta. È bastato un solo tiro di verricello a metterlo in salvo. Una volta salito a bordo Francesco è rimasto in silenzio, si è guardato intorno.

«I ragazzi lo hanno rassicurat­o — spiega Antonio Del Gallo, comandante dei vigili del fuoco di Belluno — gli hanno detto che presto sarebbe tornato dai suoi genitori». L’escursioni­sta invece non è voluto salire ma in realtà ha salvato il piccolo accompagna­ndolo in una radura. Sotto la vegetazion­e non lo avremmo visto».

In pochi minuti di volo l’elicottero è arrivato al campo base. «Consegnare il piccolo ai genitori è stato emozionant­e — dice Favero — nel nostro lavoro spesso le ricerche hanno esiti negativi, una gioia così è stata un’esperienza forte anche per noi».

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Vigile del fuoco Antonio Del Gallo

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