Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fir, ultimo mese per risolvere riparto e pratiche ferme
Ancora ottomila domande da valutare in trenta giorni
VENEZIA Rimborsi Fir, conto alla rovescia per l’ultimo mese di attività. Con l’attenzione che si sposta su piano di riparto e domande escluse o ancora da valutare. Si presenta in dirittura d’arrivo l’attività di gestione del Fondo indennizzo risparmiatori, disposto per il ristoro dei risparmiatori con le azioni delle ex banche popolari azzerate dalle liquidazioni.
Secondo i dati di aggiornamento pubblicati da Consap, la società del Tesoro che ha gestito la partita della raccolta pratiche e i pagamenti degli indennizzi, al 16 giugno le domande complessivamente valutate dalla Commissione tecnica istituita dal Tesoro sono state 137.698, il 95% di quelle giunte, per un controvalore in rimborsi di oltre 918 milioni di euro, mentre i pagamenti già disposti sono per 901 milioni, per titoli riferiti in gran parte a Bpvi e Veneto Banca. Nello specifico, aggiunge Consap, è stato valutato il 99% delle domande giunte con lo schema forfettario, quello per chi rientrava nei limiti di reddito di 35 mila euro e di patrimonio di 100 mila, e il 68% delle domande ordinarie.
Da qui iniziano le mosse dei comitati. Perché il 31 luglio scade l’attività della Commissione. Il primo fronte di mobilitazione dei comitati riguarda il piano di riparto, la distribuzione dei quasi 500 milioni rimanenti sugli 1,5 miliardi di euro a disposizione del Fir, a chi ha già ottenuto il primo rimborso, allargando quindi il valore dei risarcimenti. Piano che per la legge del Fir va fatto entro fine luglio. Su questo l’associazione Ezzelino è sceso martedì a Roma, per consegnare al ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’incà, una lettera al ministero dell’economia. Il rischio, visto già in varie proposte, è di far accedere al Fir altri risparmiatori trovatisi con titoli azzerati. «La legge parla chiaro sull’ulteriore riparto, ma va fatto un decreto attuativo. Chiediamo si proceda», dice per Ezzelino, Patrizio Miatello.
Ma ci sono anche altre questioni aperte, su cui stanno lavorando altri comitati. A partire dalle 4.800 domande forfettarie escluse dal rimborso per l’indicazione di redditi o patrimonio, per rimanere entro il primo pilastro, risultati oltre i limiti dopo la verifica dell’agenzia delle entrate, esponendo i richiedenti ad una denuncia penale. Nonostante un pronunciamento favorevole al recupero delle domande compiuto dal Tar del Lazio, l’emendamento al decreto Aiuti per recuperare le domande è stato bocciato.
E poi c’è il tema della ottomila domande nel regime ordinario ancora da affrontare nell’ultimo mese di vita della Commissione. «Ce la faranno? Molte vanno integrate e i documenti attesi da Intesa non arrivano rapidamente - dice Luigi Ugone, di Noi che credevamo nella Bpvi -. Il rischio è di un esame finale affrettato. Avevamo chiesto di aumentare il numero dei commissari per accelerare i tempi: eravamo stati attaccati perché si aumentavano i costi. Lo si fosse fatto, non ci saremmo trovati in questa situazione».