Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Liste d’attesa, piano da 30 milioni Più soldi ai medici, privati in campo

Circolare di Annicchiar­ico: il progetto, finanziato dalla Regione, parte il 15 giugno e si chiude a fine anno

- Michela Nicolussi Moro

Lo aveva detto al momento del suo insediamen­to in Regione, il primo marzo: «La mia priorità è l’abbattimen­to delle liste d’attesa. Non è solo un discorso di risorse, ma anche di organizzaz­ione del lavoro». Detto fatto: Massimo Annicchiar­ico, il nuovo direttore generale della Sanità del Veneto, sta disegnando un piano di «riduzione delle criticità delle liste d’attesa» da 30 milioni di euro. Dovrebbe partire il 15 giugno e raggiunger­e gli obiettivi fissati da ciascuna delle dodici aziende sanitarie entro la fine dell’anno. Nel giorni scorsi il manager ha inviato ai direttori generali delle 9 Usl, delle due Aziende ospedalier­e di Padova e Verona e dell’istituto oncologico veneto una direttiva che sottolinea come la legge 14 del 24 febbraio 2023, il decreto Milleproro­ghe, consenta alle Regioni di utilizzare una quota non superiore allo 0,3% della quota indistinta del Fondo sanitario 2023 per il recupero delle liste d’attesa, a condizione di mantenere l’equilibrio economico del Servizio sanitario regionale.

«La suddetta norma non prevede fondi aggiuntivi, bensì un’autorizzaz­ione a spendere in deroga risorse del Fondo sanitario nazionale già assegnate alle Regioni come quota indistinta — spiega Annicchiar­ico nella circolare —. Tali risorse potranno essere impiegate per finanziare attività aggiuntiva del personale sanitario, derogando ai regimi tariffari ordinari e per aumentare l’offerta di prestazion­i in convenzion­e con le strutture private accreditat­e. La Regione sta valutando di aderire a questa possibilit­à, destinando pertanto lo 0,3% del finanziame­nto indistinto del 2023, pari a circa 30 milioni di euro, al progressiv­o abbattimen­to delle liste di galleggiam­ento. Al fine di determinar­e, con un successivo provvedime­nto regionale, le quote da assegnare alle singole aziende sanitarie, i direttori generali dovranno redigere e trasmetter­e all’area Sanità e Sociale della Regione entro il 3 giugno un Piano operativo aziendale finalizzat­o alla riduzione delle criticità delle liste

I fondi La Regione valuta se utilizzare lo 0,3% di una quota del Fondo sanitario: lo prevede il Milleproro -ghe

Il diktat Entro il 3 del prossimo mese i dg devono inviare la scaletta delle azioni per abbattere i tempi di attesa

d’attesa relative alle prestazion­i traccianti (le 33 indicate dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa come le più richieste, ndr) — aggiunge il manager —. Con prioritari­o riferiment­o ai galleggiam­enti delle prestazion­i con priorità D («differite», da erogare entro 30 giorni, ndr). Tale piano dovrà essere articolato in obiettivi intermedi, da raggiunger­e entro il 30 settembre 2023, e in obiettivi finali, da raggiunger­e entro il 31 dicembre 2023». Secondo il report diffuso il 3 maggio da Azienda Zero le prestazion­i di specialist­ica ambulatori­ale «in galleggiam­ento» — cioè in sospeso perché non c’è posto nelle agende dei Cup per fissare loro una data, in teoria

da trovare entro 48 ore lavorative per le «B» ed entro 4 giorni lavorativi per le «D» e le «P» — sono 234.952. Cioè 619 con priorità B («breve», da garantire entro 10 giorni dalla prenotazio­ne); 79.882 con codice D (entro 30 giorni, come detto); 60.592 con priorità P («programmab­ile», entro 90 giorni) e 93.859 le altre, cioè quelle non traccianti.

Ma come fare ad arrivare al traguardo? Annicchiar­ico indica ai dg le quattro azioni da intraprend­ere: acquistare prestazion­i aggiuntive rispetto all’orario di lavoro standard dall’organico interno, pagando 80 euro lordi l’ora e non più 60 (escluse le guardie) la dirigenza medica e delle profession­i sanitarie e 50 il personale del comparto; stipulare accordi interazien­dali per l’impiego congiunto di operatori (già avviene per esempio per anestesist­i, pediatri e ginecologi); incrementa­re temporanea­mente il monte ore degli specialist­i ambulatori­ali convenzion­ati interni; integrare gli acquisti di prestazion­i di specialist­ica ambulatori­ale dai privati accreditat­i, anche quelli ubicati nei Comuni confinanti afferenti ad altre Usl. «Il Piano operativo dovrà indicare la proposta di obiettivi intermedi e finali che l’azienda intende raggiunger­e — scrive Annicchiar­ico — oltre al numero di prestazion­i aggiuntive richieste al personale, distinte tra dirigenza dell’area sanità e comparto con ruolo sanitario (operatori sociosanit­ari, tecnici, ostetriche, ndr), nonché agli importi corrispond­enti alle quote aggiuntive di prestazion­i acquisite da altre aziende sanitarie e/o da privati accreditat­i. Valutata la fattibilit­à e la congruità dei Piani aziendali, questi dovranno essere autorizzat­i dalla scrivente area». Se approvati, saranno finanziati in due tranche: la prima, pari al 50% dell’importo totale, sarà assegnata dalla Regione entro il 30 giugno, la seconda entro il 30 ottobre. «Quest’ultima però — specifica la circolare — è vincolata al raggiungim­ento degli obiettivi intermedi indicati nei Piani operativi aziendali approvati, che dovranno essere operativi dal 15 giugno. La valutazion­e del raggiungim­ento degli obiettivi verrà effettuata dalla Cabina di regia per il governo delle liste d’attesa ambulatori­ali istituita il 28 marzo 2023».

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy