Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pensiero umano e artificiale
Chatgpt, il nuovo modello di «Generative Pre-trained Transformer» di Openai (un’azienda di ricerca e sviluppo dell’ia posseduta dai magnati del digitale) è il caso più famoso. CHATGPT e altri strumenti di apprendimento automatico a volte simulano una conversazione, colgono le sfumature del linguaggio umano e rispondono appropriatamente e in modo articolato alle domande poste; talaltra, forniscono risposte imprecise o completamente sbagliate, commettono errori nei calcoli matematici, disinformano e creano false narrazioni, finti testi e dipinti di scrittori e artisti. Per un altro verso, i compiti noiosi e ripetitivi da essi svolti conducono ad esiti che gli umani considerano così stupidi da essere imbarazzati a renderli noti, ma che possono rivelarsi portatori di una visione da cui scaturiscono risultati creativi. È qui che si presenta con tutta la sua potenza la questione filosofica ed etica. Cosa ne sarà degli esseri umani se si finirà con delegare all’ia le nostre capacità linguistiche e il nostro spirito critico? Immaginiamo che la rivoluzione dell’ia, di concerto con quella biologica, concepisca pensieri originali e superiori a quelli umani, oltre che dare risposte alle nostre domande. Aggiungiamo che proprio questo stia avvenendo sotto l’impero di magnati che giocano a fare i «creatori» di IA generativa. Ergo, ci troveremmo di fronte a livelli di disuguaglianza impensabili e, ancor più, a un senso di disagio. L’IA generativa farebbe capolino all’orizzonte come l’homo Nouveau, che esercita la sua supremazia e sottomette la specie Homo Sapiens, l’uomo intelligente che l’ha concepita.
Aristotele discorreva deambulando sotto un portico chiamato «peripato» dove i suoi discepoli, i peripatetici (coloro che passeggiano), interloquivano liberamente con il maestro. In quello spazio di contemplazione si coglievano la sensibilità degli studenti nel domandare piuttosto che premiare la loro capacità di memorizzare le risposte che i docenti esigevano. Nella corrente età digitale al portico sono subentrati gli strumenti online nelle cui caselle di chat si digitano le domande senza essere obbligati a rivelare la propria identità. Nel rapporto faccia-a-faccia si avverte la fisicità del mettere fuori il fiato per pronunciare delle parole, del soffio delle risposte che tolgono il respiro. La fisicità è energia che muove corpo e cervello per produrre creatività. L’equipollente della fisicità sarà la «phygital», l’integrazione tra il mondo fisico e il digitale per il momento confinata agli acquisti che mettono insieme un punto vendita fisico e gli strumenti digitali? Tanta è la distanza (colmabile?) e incerta la compatibilità tra la cultura aristotelica del portico e l’ibridazione prefigurata dai tecnologi.