Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bollino rosso sul vino l’idea irlandese è legge Rivolta dei produttori Zaia e Urso all’attacco
Gli eurodeputati del Veneto: «La battaglia non è finita»
L’irlanda ha deciso: sulle etichette del vino sarà necessario inserire una dicitura che evidenzia come l’alcol sia pericoloso per la salute. Non sarà immediato, l’entrata in vigore della norma, approvata ieri, è prevista tra tre anni. E nel mezzo può succedere di tutto, i ricorsi a livello europeo sono in atto. Ma di fatto è una svolta storica per il mondo del vino. I produttori che vorranno esportare in Irlanda dovranno scrivere a chiare lettere che il vino può causare il cancro: la Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’italia.
Gioiscono i sostenitori della linea dura irlandese, in Italia rappresentati simbolicamente da Antonella Viola, biologa e docente a Padova: è stata lei a sostenere che i medici che negano che l’alcol faccia male sono «come i no vax» dopo aver spiegato come «chi beve ha il cervello più piccolo». Si infervora invece tutto il resto del mondo, composto da politici e produttori che vedono, dietro questa norma, il rischio di enormi danni economici al comparto. Pronti alla battaglia legale diversi Stati Ue, tra cui l’italia, ma anche Stati membri del Wto e i produttori di bevande alcoliche. Prossimo appuntamento: una riunione del comitato «barriere tecniche al commercio» del 21 giugno. Intanto,
sono stati presentati reclami ufficiali alla Commissione Ue perché apra una procedura di infrazione contro l’irlanda.
L’annuncio irlandese è arrivato ieri, coincidenza proprio durante un incontro di Itfood presso la sede UE della Regione Veneto a Bruxelles. Si doveva parlare di proprietà intellettuale, si è finiti a discutere di rischi per il Prosecco (va precisato però che l’irlanda vale solo lo 0,8% del totale dell’export delle bollicine trevigiane).
C’era il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: «Noi non condividiamo assolutamente queste false informazioni che vengono date ai consumatori globali». Ma c’era anche Luca Giavi, direttore della Doc del Prosecco, presente per il comitato scientifico di Fondazione Qualivita: «Assurdo», è il suo laconico commento. Non c’era invece il governatore Luca Zaia, che però ha diffuso in una nota la sua rabbia: «La legge irlandese, frutto del colpevole silenzio dell’unione, è un rischio incombente sulla nostra filiera vitivinicola. Ma è anche un attacco ad un simbolo della nostra tradizione e identità. Come i monumenti più preziosi, anche il nostro vino deve essere difeso da quello che appare davvero uno sfregio».
Intanto, a Dublino il ministro della Salute, Stephen Donnelly, spiegava i dettagli della norma: le etichette indirizzeranno il consumatore alle pagine web www.askaboutalcohol.ie. Per rispettare queste norme, sicuramente i produttori dovranno affrontare degli aumenti sui costi. Dice Filippo Polegato, amministratore delegato di Astoria Wines: «Per quanto riguarda l’aspetto pratico operativo, è certamente prematuro. Ci sarà tempo per capire come andrà realizzata davvero e quali saranno le modifiche da fare».
Il resto è una lunghissima serie di reazioni. «Il bollino rosso irlandese è fuorviante», dice il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, al termine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Coldiretti enfatizza i danni economici: «A rischio esportazioni di vino made in Italy di 7,9 miliardi, anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda lo scorso anno sono state di 45 milioni di euro». Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo: «Dobbiamo combattere in sede UE e in sede WTO dove abbiamo solide argomentazioni sulla turbativa del mercato». Mara Bizzotto, vicepresidente vicario del gruppo Lega al Senato: «Il consumo moderato di vino non provoca danni alla salute, ma anzi porta persino effetti benefici».
Coldiretti L’export verso l’irlanda l’anno scorso è stato di 45 milioni ma è a rischio un comparto da 7,9 miliardi
De Castro Combatteremo in sede Ue e Wto, abbiamo solidi argomenti sulla turbativa del mercato