Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ilaria, la cella in Arabia per uno spinello nel reggiseno E il console la incontra
La hostess visitata in carcere. Farnesina al lavoro
«Ilaria sta bene». Lo ha detto ieri il console generale Leonardo Maria Costa che ha visitato la hostess ventitreenne trevigiana Ilaria De Rosa in cella a Jeddah, sulle sponde del Mar Rosso, in Arabia Saudita. La polizia accusa Ilaria di aver nascosto uno spinello nel reggiseno, per questo sono scattate le manette il 4 maggio scorso. Stando a una nota diffusa ieri la ragazza avrà degli avvocati di fiducia tra quelli a disposizione del consolato, a mediare per lei il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’incubo è iniziato poco meno di tre settimane fa. Una festa con gli amici tunisini in spiaggia a Jeddah, un controllo della polizia locale, uno spinello nascosto nel reggiseno. Dal 4 maggio la ragazza, assistente di volo per la compagnia aerea lituana Avion Express, è finita in arresto in un carcere a 45 chilometri da Jeddah. Sull’accusa la Farnesina preferisce tenere il massimo riserbo, non è dato sapere al momento con precisione se si tratti di spaccio o traffico di droga, in entrambi i casi la legislazione dello stato saudita è estremamente severa e arriva fino alla pena di morte.
Intanto in via Pelosi a Castelminio di Resana, residenza italiana di Ilaria, le porte rimangono chiuse. Mamma Marisa Bion in questi giorni sta ospitando in casa Laura, sorella di Ilaria che ha portato con sè da Bruxelles il figlioletto di 6 anni. Il padre delle due ragazze e marito di Marisa, Michele De Rosa, è in Olanda, dove lavora per la Nato.
Secondo mamma Marisa l’arresto di Ilaria «è un errore - ha ribadito in alcune interviste - mia figlia non si è mai drogata, sicuramente quello spinello non era suo, conosce bene le leggi severissime dell’arabia Saudita». E’ stata proprio la mamma a fare la denuncia ai carabinieri di Castelfranco Veneto. La famiglia dice di aver saputo dalla compagnia aerea che Ilaria era stata vista salire in un’auto con tre uomini fuori dall’albergo Spectrum Residence Sultan a Jeddah. Poche ore dopo è arrivata un’informazione della Farnesina: Ilaria era stata arrestata per droga, da quel momento in poi tutte le operazioni sono state seguite dal ministero degli Esteri Antonio Tajani. La notizia del coinvolgimento nel sequestro dello spinello ha lasciato sconvolta la famiglia. Secondo indiscrezioni quella nella spiaggia di Jeddah sarebbe stata una «retata» di fine ramadan, in quel momento le feste sono sorvegliate speciali da parte delle autorità locali. «Ilaria, come tutti i colleghi che lavorano in aereo, viene monitorata dalla compagnia di volo - ha spiegato Marisa Bion al sindaco di Resana Stefano Bosa le fanno una specie di antidoping, è sempre stata regolare» ha spiegato la mamma al primo cittadino. I vicini di casa della ragazza la conoscono bene: «E’ in gamba, abituata a stare in giro per il mondo e a viaggiare - dicono - c’è sicuramente un errore, sono sicura che tornerà presto» dice una donna.
Ilaria ha studiato al liceo delle scienze umane di Treviso, e poi ha frequentato lo United World College di Maastricht, conosce quattro lingue e ha una discreta esperienza come hostess. I suoi social mostrano che la ragazza era a Jeddah da marzo, quello era evidentemente lo scalo di riferimento della sua compagnia. Nei video e nelle foto condivise Ilaria si trova in spiaggia, in albergo e nei locali, a volte con amici e a volte da sola. Mostra di essere completamente a suo agio tra le bellissime spiagge del Mar Rosso, nei locali, e nei ristoranti. Nei commenti sotto le foto sono arrivati tanti messaggi di solidarietà da parte di amici e colleghi, molti si augurano che si tratti di un errore e sperano di vederla tornare presto. E poi non possono mancare i soliti odiatori da tastiera, che si prendono gioco di lei. Intanto la famiglia si sta organizzando per andare in Arabia Saudita. In serata una dichiarazione del senatore Matteo Renzi, notoriamente vicino al mondo saudita: «Sono certo che la Farnesina stia già lavorando al meglio per arrivare il prima possibile ad una soluzione – spiega - In questi casi nessuno si deve muovere di propria iniziativa. Se le autorità italiane avessero bisogno del mio aiuto sono chiaramente a disposizione».
Matteo Renzi In questi casi è meglio far lavorare la Farnesina, se servisse il mio aiuto sono a disposizione