Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Casa Serena: costi eccessivi, in maggioranza idee diverse
Casa di riposo, il Pd: diamo all’iras 3,2 milioni di euro per i lavori fatti e teniamoci l’immobile vuoto. I Civici cauti
Nella maggioranza del consiglio comunale si apre il dibattito su un possibile «piano B» riguardo all’accordo di programma per salvare «Iras» e riqualificare «Casa Serena».
Decisivi i pareri negativi dei dirigenti comunali dei Lavori pubblici Marzia Rizzi, delle Politiche sociali Valeria Orna e dei Servizi finanziari Nicoletta Cittadin sulla sostenibilità della spesa da 9,4 milioni di euro a carico di Palazzo Nodari per rimettere a posto l’ala ovest di «Casa Serena» in vista dell’affitto a Usl 5. La bocciatura ha indotto la maggioranza a interrogarsi su una possibile alternativa. Manca ancora il parere dei revisori dei conti, ma a questo punto nessuno pensa sia favorevole.
Nello Chendi, capogruppo del Pd (11 consiglieri compresa la presidente del Consiglio, Nadia Romeo), spiega così il «Piano B». Dettaglia: «Ci si deve svincolare dall’accordo di programma. Vanno dati ad Iras i 3,1 milioni di euro già stanziati per gli investimenti non ammortati a Casa Serena. È l’unico scenario che permette il salvataggio di Iras senza causare il default del Comune. Per Casa Serena va chiesto aiuto alla Fondazione Cariparo per realizzare uno Studentato».
Il piano B, qualora sia questo, è tutto da costruire politicamente e da verificarne la sostenibilità con nuovi pareri tecnici e contabili. Tant’è la riunione dei capigruppo, attesa entro questa settimana, si pronuncerà sull’accordo di programma.
Cautela massima per Elena Biasin, capogruppo della Lista Gaffeo (5 consiglieri). «Ci riuniremo e prenderemo la nostra decisione confrontandoci con tutta la maggioranza solo dopo il parere dei revisori dei conti». Si sbilancia anche Matteo Masin (Lista Forum, 4 consiglieri): «Come gruppo abbiamo affrontato solo lo scenario proposto dalla Regione, con l’ultima modifica all’accordo di programma. Ma la spesa ipotizzata di 9,4 milioni è per noi irricevibile». Sul piano B, Masin non nasconde le perplessità.
«L’operazione sarebbe un salvataggio di Iras che non è di nostra proprietà — conclude — Inoltre sarebbe difficile giustificare l’esborso a fronte di ben 5,5 milioni di euro di mancate manutenzioni a Casa Serena».