Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La città al femminile? Viva e sicura Ma poco attenta alla parità di genere
Il report di Casa delle Donne e Università: le criticità sono inquinamento e trasporti pubblici
La città delle donne è sicura, ma poco attenta all’uguaglianza di genere. Al punto che un terzo delle padovane interpellate, rivela di sentirsi discriminata in quanto donna, soprattutto nel lavoro. E con retribuzioni insufficienti ai bisogni propri e della famiglia. Lo dice il report della Casa delle donne di Padova, elaborato con l’università di Padova, dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione. Circa mille le donne intervistate dallo studio «La città delle donne», tra i 18 e i 65 anni, tra cui 100 straniere. In generale, la qualità della vita in città viene definita buona. Tanto che alla domanda «Come valuta in generale il vivere a Padova»,
in una scala da 1 a 10 oltre l’80% ha risposto con un punteggio attorno al 7.
Punti critici invece, l’inquinamento, il costo della vita e il trasporto pubblico. Fiore all’occhiello la sicurezza, Padova viene definita città viva e sicura in tutti i quartieri: solo 1 donna su 4 ha detto di avere paura di uscire da sola la sera.
Laura Bettini, presidente della Casa delle Donne di Padova, sottolinea: «La percezione della vivibilità in città è buona. Ma mi ha colpito che i mezzi pubblici siano usati poco. Questi risultati e la voce delle donne devono servire al lavoro di amministratrici e amministratori di Padova, così come è stato per i suggerimenti che abbiamo dato a Boeri sul piano dell’urbanistica».
Guardando le percentuali, alla domanda sulla presenza di attività culturali e ricreative nei quartieri, si va dal 63% di risposte soddisfatte, nel quartiere Centro, al 32% del Quartiere 6 (Brusegana, Cave, Altichiero), quindi più offerta e migliore nelle zone centrali.
L’inquinamento atmosferico viene considerato la vera criticità, è la voce che influisce più in negativo sulla qualità di vita (punteggio 3,4 su 4), seguita da costo della vita (3,2 su 4) e dai trasporti.
Chiara Levorato, professoressa ordinaria di Psicologia dello Sviluppo, fa notare: «Sorprende il dato sulla sicurezza, in controtendenza con quello di altre città. Ma è interessante anche la consapevolezza che emerge sulla gender equality, evidenziare discriminazioni e l’esigenza di un linguaggio inclusivo era un risultato impensabile fino a due anni fa».
Sull’indice della gender equality, colpisce il dato di quanto sia sentita la discriminazione di genere. Il 35% delle donne intervistate, la maggioranza tra le varie percentuali, dichiara di sentirsi discriminata in quando donna su lavoro e stipendi.
Il 63%, la maggioranza tra le varie percentuali, dice che in documenti, bandi, regolamenti, il linguaggio utilizzato è ancora non inclusivo nei confronti delle donne. Nonostante su questo punto l’amministrazione comunale stia facendo un lavoro specifico con il progetto che introduce in documenti, moduli e pagine web un linguaggio inclusivo di genere. Ma evidentemente questo percorso non è stato ancora percepito da chi ha risposto all’inchiesta.
Tra le mancanze denunciate, sempre sul tema della gender equality, la formazione. Le risposte evidenziano preoccupazione per un sistema scolastico e educativo che non incide sul cambiamento culturale in tema di parità. E sottolinea che mancano iniziative di educazione emotiva, affettiva, sessuale nelle scuole. Tra le altre criticità, la mancanza di servizi di sostegno alle persone vulnerabili.
Il report «La città delle donne», dal titolo del celebre libro di Christine de Pizan, è stato realizzato da un gruppo di lavoro misto tra Dipartimento di Psicologia di Sviluppo e della Socializzazione dell’università di Padova e Casa delle donne, che ha iniziato a lavorarci nel 2021. Ne fanno parte Giorgia Aracci, Maria Chiara Levorato, Anna Lucia Pizzati, Franca Sartori, Rosanna Trentin, Anne Maass, Carmen Cervone, Anna Tarsi e Raffaele Dicataldo.
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