Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scritte anarchiche contro Moro e Casapound, un padovano indagato
«Aldo Moro testimonial della Renault» e «Alfredo libero», chiaro rimando ai mesi di sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito come protesta al regime carcerario del 41 bis. Due scritte comparse a mesi di distanza e in parti diverse della città, ma che secondo gli inquirenti sarebbero da attribuire alla stessa mano. I due graffiti, comparsi rispettivamente sul muro dell’associazione ‘Il Bivacco’ noto punto di ritrovo dei militanti neofascisti di Casapound e fuori dalla facoltà di ingegneria, integrerebbero secondo le indagini del pm Sergio Dini i reati di danneggiamento e apologia di reato.
Da mesi, gli agenti della Digos di Padova hanno preso in mano il caso, e grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza sono risaliti a due soggetti. Nella mattinata di giovedì, i poliziotti hanno bussato alla porta di un venticinquenne residente in città, ritenuto essere uno degli autori delle due scritte, con un decreto di perquisizione. In casa sua avrebbero trovato manifesti e materiale riconducibile agli ambienti anarchici, oltre a dei vestiti del tutto simili a quelli con cui sarebbe stato ripreso dalle telecamere. Ora gli inquirenti, dietro il coordinamento della procura del capoluogo euganeo, stanno cercando di rintracciare la seconda persona ripresa dagli occhi elettronici che presidiano la gran parte della città, ragion per cui al venticinquenne sono stati sequestrati il computer e il cellulare.
Al loro interno, gli investigatori contano di poter trovare una fotografia, il messaggio di una chat o anche una semplice traccia che permetta di individuare il secondo soggetto, al momento ancora ignoto. Un botta e risposta sui muri della città che negli ultimi anni - anche in epoca di social media - vede protagoniste le realtà delle frange politiche estreme. Questo è solo l’ultimo episodio: nell’ottobre del 2022 sempre il pm Sergio Dini aveva contestato l’apologia di fascismo e il danneggiamento aggravato a 5 militanti di Casapound che in occasione del centenario della marcia su Roma avevano imbrattato i muri della facoltà di Scienze politiche con scritte che inneggiavano al ventennio.