Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Giordani ricorda il sacrificio dei morti per la democrazia «Onorare l’esempio»
«Oggi più che mai, l’italia siamo noi, nel bene come nel male e questo ci chiama alla nostra responsabilità verso la Repubblica, per onorare e ricordare l’esempio e i sacrifici di coloro che hanno contribuito a creare la nostra democrazia». Con queste parole il sindaco di Padova Sergio Giordani ha aperto le celebrazioni della festa della Repubblica che si sono svolte ieri mattina in piazza dei Signori, a settantasette anni dal referendum che vide l’italia diventare una democrazia. A pochi metri dai gradini della gran guardia e dall’orologio, che domina uno dei più bei salotti del capoluogo euganeo, è stato allestito il palco che ha accolto le molte autorità civili e militari che hanno partecipato alla cerimonia, di fronte ai reparti e ai gonfaloni dell’arma dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia di stato, dell’esercito, oltre ovviamente ai volontari della protezione civile, ai vigili del fuoco e alla croce rossa. Dopo aver letto il messaggio del presidente Sergio Mattarella, il prefetto di Padova Raffaele Grassi ha conferito a ventisei cittadini padovani e dei comuni della cintura urbana altrettante onorificenze dell’ordine al merito della Repubblica italiana, per essersi distinti grazie al loro impegno civico e di solidarietà attiva. Valore quest’ultimo descritto come proprio e insito nel popolo italiano dal sindaco di Padova riferendosi all’impegno con cui tanti hanno risposto alla chiamata della Romagna, messa in ginocchio dal fango, dalle alluvioni e dalla catastrofe climatica di cui è rimasta vittima nelle scorse settimane. «Non dobbiamo permettere all’egoismo di prevalere sulla nostra partecipazione e sui valori su cui si fonda la Repubblica», ha aggiunto il primo cittadino. Dodici invece le medaglie d’onore che il prefetto Grassi ha consegnato ai parenti e ai discendenti di ex internati nei campi di lavoro e concertamento che durante la seconda guerra mondiale furono messi ai lavori forzati dai nazifascisti. A seguire è stata invece inaugurata la cosiddetta cittadella della Repubblica, in piazza dei Frutti, con stand delle forze armate e della polizia.