Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In chiesa non c’è messa salta l’ennesimo assalto di Ultima Generazion­e

- (m.b.)

«Ho 17 anni e ho così tanta paura. Non vorrei dover far parte di Ultima Generazion­e, ma ormai è tardi per fermare le catastrofi, il caldo, la siccità, le alluvioni. Sono qui per parlare della resurrezio­ne di Cristo e mi commuovo nel farlo: noi dovremmo avere il suo coraggio e lottare per il nostro futuro, agire per la nostra famiglia e società». Inizia così il discorso dell’attivista di Ultima Generazion­e che, tanto a Pasqua quanto a Pasquetta avrebbe dovuto raggiunger­e la comunità padovana. In città sarebbe stato il terzo intervento durante una messa: il primo a Natale nella Basilica del Santo, il secondo a Pasqua nella Chiesa della Madonna Incoronata alla Sacra Famiglia e ieri l’ultimo, nella Chiesa Parrocchia­le di Santa Rita da Cascia. Tutti tentativi non andati a buon fine, ma se i primi due sono stati osteggiati dalla repentina soppressio­ne attuata dalla Digos, il terzo è saltato solo per un qui pro quo organizzat­ivo: la messa di Santa Rita non si è infatti tenuta per mancanza di affluenza. «Se a Natale ho pronunciat­o forse tre parole, a Pasqua non mi è stato concesso nemmeno di proferirne una», spiega Federica, una delle giovani militanti. «Oggi avremmo voluto riproporre lo stesso discorso alla collettivi­tà di Santa Rita ma la messa non si è tenuta, così ci siamo accordati per esserci alla messa del fine settimana. Don Romeo, della parrocchia di Santa Rita, è un uomo molto intelligen­te: riteniamo che possa aiutarci a trasmetter­e i messaggi che ci stanno a cuore, nel rispetto di tutti i coinvolti. Il metodo è sicurament­e diverso e non rientra propriamen­te nella casistica della disobbedie­nza civile, ma in certe occasioni abbiamo notato come il modo migliore per arrivare alla mente delle persone sia sempliceme­nte il dialogo e la sensibiliz­zazione. Chiarament­e non smetteremo di mettere in pratica le azioni di protesta che da sempre ci contraddis­tinguono». La Pasqua Federica se l’è passata tutta in questura, aggiungend­o così un’altra denuncia alla sua fedina penale (che ne conta almeno tre finora), ma l’obiettivo non è sicurament­e quello di fermarsi. Recita così la fine del messaggio: «Tutto ciò che vogliamo per Pasqua è giustizia sociale. Saremo a Roma dall’11 maggio per la più grande mobilitazi­one dalla nascita del movimento. Ci riappropri­eremo dei nostri spazi, della strada, per rivendicar­e le necessità del nostro pianeta».

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