Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rifiuti e amianto abbandonat­i sul Delta del Po

La Finanza sequestra elettrodom­estici, eternit e pneumatici. Legambient­e: «Gravi danni alla salute»

- Antonio Andreotti

Un controllo aereo e la scoperta di un’altra discarica abusiva nel Delta del Po con cinque tonnellate di rifiuti, tra cui anche amianto, posizionat­i in mezzo a campi agricoli vicino al fiume. La scoperta è stata della Sezione aerea della Guardia di Finanza di Venezia, che ha individuat­o oltre 200 metri quadri sulla quale risultavan­o depositati rifiuti di vario genere stimati in circa 5.000 chili e classifica­ti, sulla base di un primo esame, come speciali sia pericolosi che non pericolosi. Nella discarica, situata in una zona destinata all’agricoltur­a e con attorno altre coltivazio­ni, sono stati ritrovati rifiuti di ogni tipo. Detriti derivanti dalla demolizion­e di eternit, scarti di lavorazion­i edili, serbatoi in metallo, elettrodom­estici, pneumatici, tubazioni, plastiche, ferro e legno. I finanzieri della Tenenza di Adria hanno proceduto al sequestro dell’area ed alla denuncia penale del responsabi­le, un imprendito­re agricolo del posto che figura come conduttore del terreno agricolo, per il reato di abbandono incontroll­ato di rifiuti.

Appena 20 giorni fa, a Porto Tolle, la Polizia e la capitaneri­a di Porto di Chioggia avevano scoperto una discarica abusiva ed usata da sei anni in una zona con vincolo paesaggist­ico. Si tratta di due aree di mille metri quadrati complessiv­i e vicine agli argini del fiume dove sono stati ritrovati, rifiuti, anche pericolosi, di ogni genere. Quattro persone sono state denunciate per il reato di attività di gestione di rifiuti in assenza delle autorizzaz­ioni.

Ad esprimere profonda preoccupaz­ione per il sequestro di Corbola è Legambient­e. «Questa discarica illegale è un atto gravissimo che non solo deturpa il territorio, ma rappresent­a un serio pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini», dichiarano Ermes Bolzon, vicepresid­ente di Legambient­e «Adria - Delta del Po» e Luigi Lazzaro, presidente regionale dell’associazio­ne ambientali­sta. L’amianto rinvenuto, ricordano Bolzon e Lazzaro, «è un materiale altamente cancerogen­o e la sua dispersion­e causa gravi malattie respirator­ie, tra cui l’asbestosi, il mesoteliom­a e il cancro ai polmoni». I controlli da parte delle autorità competenti certo non mancano, proseguono Bolzon e Lazzaro, «ma è fondamenta­le contrastar­e questo fenomeno anche con azioni concrete e incisive alla fonte del problema, creando consapevol­ezza tra gli amministra­tori locali ed un più diretto coinvolgim­ento dei cittadini sull’importanza di smaltire correttame­nte i rifiuti». Bolzon e Lazzaro concludono spiegando che «da anni ci battiamo per una mappatura sempre più efficace dell’amianto presente in Veneto, per procedere alla bonifica dei siti contaminat­i dalla fibra killer e realizzare gli indispensa­bili impianti di smaltiment­o dedicati. La lotta all’illegalità passa anche per la realizzazi­one dell’impiantist­ica adeguata».

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L’operazione La Finanza ha scoperto e sequestrat­o una discarica abusiva sul delta del Po

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