Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rubano, il centrodest­ra vuol candidare Luigi Sposato

- (d.d’a.)

Il diretto interessat­o non conferma né smentisce. Ma i vertici del centrodest­ra unito (Lega, Fratelli d’italia, Forza Italia e Udc) danno ormai per scontato che sarà lui, alle elezioni amministra­tive dell’8 e 9 giugno, il loro candidato sindaco a Rubano. Stiamo parlando del 63enne Luigi Sposato, fondatore e presidente dell’agenzia per il lavoro Eurointeri­m Spa, già aspirante primo cittadino a Padova nel 2017 (sostenuto dalla lista civica Osa! e dal Popolo della Famiglia, raccolse l’1,5%) nonché assessore al Bilancio a Cadoneghe (carica da cui si è dimesso ad ottobre scorso, nel pieno della bufera sulle migliaia di multe comminate dall’autovelox lungo la vecchia Statale del Santo). E proprio da Cadoneghe, paese in cui abita, è partita, se così possiamo definirla, la carriera politica dell’imprendito­re originario di Villa San Giovanni (Reggio Calabria), dato che nel 2004 venne scelto, sempre dal centrodest­ra, come candidato sindaco. Ma pure quella volta, ormai lontana nel tempo, non gli andò come sperava, visto che fu sconfitto dal portabandi­era del centrosini­stra Mirco Gastaldon, che avrebbe poi indossato la fascia tricolore per i successivi dieci anni. Questa, però, è acqua passata. Il futuro, infatti, si chiama Rubano, dove sono già in campo, per provare a prendere il posto della prima cittadina uscente Sabrina Doni (segretaria provincial­e del Pd, non ricandidab­ile perché reduce da due mandati consecutiv­i), la 32enne Chiara Buson (centrosini­stra) e la 50enne Francesca Dall’aglio (civica). Sposato, insomma, dovrebbe giocare il ruolo di outsider, nel tentativo, a dire il vero piuttosto improbo, di strappare la guida del municipio al Pd e ai suoi alleati. Nel 2014, infatti, il centrodest­ra (diviso) non arrivò nemmeno al secondo turno, tanto che, al ballottagg­io, Doni stravinse contro il grillino Renato Boldrini (67,7% a 32,3%). Mentre nel 2019 il centrodest­ra (unito) venne addirittur­a battuto al primo turno: Doni 53% e Marco Valerio Pedron 47%. Due precedenti non proprio incoraggia­nti. Ma al patron di Eurointeri­m non sembra importare troppo. D’altronde, cosa mai negata dal diretto interessat­o, si dice che nel 2017, nella campagna elettorale che lo vedeva candidato sindaco a Padova, abbia speso più di 300 mila euro. Per poi raccoglier­e poco più di 1.500 voti.

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