Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ultima generazione incontra il vescovo Cipolla «Ci ha voluto ascoltare»
Colloquio con le attiviste protagoniste dei blitz di Natale e Pasqua
Sono quasi le 17, quando tre attiviste di «Ultima generazione», il movimento di protesta che fa proseliti in tutta Italia, escono dalla Curia di Padova. In agenda un incontro con il vescovo Claudio Cipolla che, in forma privata, dopo alcuni contatti fra le parti, ha accettato di incontrare la pacifica (ma determinata) controparte. Cellulari accuratamente spenti per tutta la durata del meeting, massimo riserbo sui contenuti del colloquio, perché il vescovo tace e non parla. Le ragazze, al contrario, sono più loquaci all’uscita, ma non dicono proprio tutto.
Nessun comunicato, nessuna nota a dare i crismi dell’ufficialità all’apertura di credito fatta dal vescovo. Il quale aveva parlato a Pasqua, dopo quanto accaduto nella chiesa della Madonna Incoronata, quando «Fede», come si fa chiamare una delle minorenni in prima linea per le battaglie del movimento, aveva interrotto la celebrazione di Cipolla, cercando di leggere un messaggio.
Finendo con l’essere portata in questura, fotosegnalata e denunciata: «Ci dispiace — dice Fede — perché l’intento era l’esatto opposto, il nostro messaggio non è stato capito. Volevamo portare un messaggio positivo sfruttando un’occasione importante, non volevamo essere d’intralcio a nessuno». Lo hanno ribadito al vescovo, che le ha accolte e ascoltate, cercando di comprendere i motivi delle loro azioni. Di sicuro monsignor Cipolla non può essere d’accordo sulle modalità e questo lo ha detto in modo puntuale alle sue interlocutrici: «Ci ha detto che i nostri modi sono discutibili — spiegano le atticuria viste — ma Cipolla condivide molti dei temi che abbiamo toccato. Perché sono temi che anche la Chiesa affronta e tratta. Abbiamo chiesto che scendesse a Roma con noi, con un presidio aperto l’unidici e il 25 maggio in cui rinnoveremo la nostra protesta. Ma non ci sarà e non ci saranno neppure i suoi uomini e donne al nostro fianco, perché sono convinti che faremo disobbedienza civile. Essendo un’istituzione, non ci appoggeranno». Ma non è una porta chiusa in senso assoluto. Le attiviste parlano di possibili «collaborazioni e iniziative comuni in vista», come «proiezioni di film e presentazioni di libri», mentre dalla non arrivano reazioni ufficiali, ma si frena un po’ sul significato delle parole. E si fa capire che sarebbe meglio parlare di «ascolto» allo stato attuale delle cose. Cipolla non parla ufficialmente, dunque, mentre «Fede» si dice rammaricata perché «non ci ha chiesto di smettere con le iniziative, ce lo hanno detto i suoi collaboratori. È stato un po’ brutto sentirselo dire, come ho detto il nostro intento era quello di portare all’attenzione del grande pubblico temi che devono interessare tutti. E l’ambiente, le guerre e i cambiamenti climatici sono soltanto alcuni di questi». Cosa pensa, dunque, Cipolla di questo incontro? Si può solo intuire captando qua e là. E si può soltanto ricordare quello che disse il giorno di Pasqua dopo il gesto eclatante di «Ultima generazione» con l’incursione durante la messa pasquale: «Dobbiamo considerare effettivamente la loro esigenza di essere ascoltati — disse — perché il problema del clima e dell’ambiente è un problema che oggi tutti noi dobbiamo condividere. Fa parte di quelle cose “difficili” che ci sembrano più grandi di
Metodo sbagliato Il vescovo avrebbe rimarcato la contrarietà ai metodi usati ma accordo sui contenuti
noi, come le guerre, di cui però dobbiamo tutti farci carico».
La Chiesa di Padova, del resto, è da anni attenta e presente anche con segni concreti: il cammino «Laudato Si’» sui colli Euganei, l’annuale giornata del Creato, per esempio, senza dimenticare che il vescovo stesso insieme agli abati e all’abbadessa dei monasteri benedettini del territorio ha scritto lo scorso anno un messaggio in occasione della festa di san Benedetto (11 luglio) in cui si ribadiva l’attenzione e la cura verso il creato e la casa comune che siamo chiamati a custodire.