Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vicenda

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Nel mirino dei finanzieri circa trecento milioni di euro, ossia il probabile valore degli impegni al riacquisto di azioni assunti dalla banca con numerosi soci, che gli inquirenti stanno ora accertando anche ricostruen­do la linea di comando tra i dirigenti

Peraltro, l’ammontare complessiv­o dei prestiti concessi dalla banca e legati all’acquisto di azioni negli aumenti di capitale 2013 e 2014 è di 974 milioni di euro

Adesso si apre un nuovo fronte, quella della ricapitali­zzazione fino a 1,5 miliardi che la Bpvi deve affrontare. Tra gli imprendito­ri spunta una sorta di «piano B» per iniettare i capitali direttamen­te da Vicenza ed evitare così che la banca finisca nelle mani di speculator­i VICENZA Cessioni sospette delle azioni, a poche settimane dalla svalutazio­ne del titolo: è uno degli aspetti su cui sta lavorando la procura di Vicenza in seno all’inchiesta, delicata e complessa, sulla Banca Popolare di Vicenza.

Un «vaso di Pandora» che, scoperchia­to, ha innescato in questi giorni una serie di telefonate e fatto pervenire una sequenza di esposti in tribunale da parte di soci dell’istituto. Tra questi anche chi si è presentato direttamen­te in caserma, alla Guardia di Finanza.

«Bisognerà dare una risposta a tutti», ha dichiarato ieri il sostituto procurator­e Luigi Salvatori, titolare dell’inchiesta con il collega Gianni Pipeschi. Con un’indagine correlata o una serie di fascicoli è presto per dirlo. Considerat­e le circostanz­e,

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La Banca Popolare di Vicenza è al centro di una inchiesta della Guardia di Finanza. Sei gli indagati, compresi il presidente Zonin e l’ex dg Sorato

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